Matematico (Shrewsbury 1734 - Plealey, Shrewsbury, 1798), prof. a Cambridge (1760), dottore in medicina (1767), esercitò la professione in un ospedale di Cambridge (1770), ma dopo alcuni anni dovette abbandonarla per miopia. Temperamento irrequieto (morì in stato di squilibrio mentale), ebbe molti interessi scientifici e filosofici (calcolo delle probabilità, tavole di sopravvivenza, problemi di morale e di metafisica). Ma la sua opera principale è Miscellanea analytica, pubblicata nel 1762 e in terza edizione ampliata nel 1782, in cui sono trattate l'analisi finita, l'algebra e la teoria dei numeri. Oltre alle formule che portano il suo nome, gli si debbono alcuni studî sulla regola dei segni di Descartes e varie considerazioni sulle equazioni reciproche e binomie. Dette le formule per la trasformazione delle coordinate nel piano e la classificazione delle quartiche piane; generalizzò i concetti di cicloide e di epicicloide, considerando le curve generate dal rotolamento di una linea sopra una retta (curvoidi) o sopra una curva (epicurvoidi). Più originale appare la parte che si riferisce alla teoria dei numeri, dove sono enunciati molti nuovi teoremi, alcuni dimostrati, altri no: tra questi resta famoso il "problema di W." proposto nel 1770.