MOORE, Edward
Erudito, nato a Cardiff (Inghilterra) il 28 febbraio 1835, morto a Oxford il 2 settembre 1916. Fu ecclesiastico, e salì ad alte cariche, come quelle di canonico di Canterbury e direttore nel collegio di St Edmund. Principalmente si occupò di Dante.
Mirò a correggerne il testo, e tutti i dantofili gli furono riconoscenti per il volume Tutte le opere di D. A. nuovamente rivedute nel testo (Oxford 1894); dove Il Convito ebbe da lui, sul fondamento di alcuni codici, una utile serie di emendazioni e di osservabili congetture. Egualmente furono pregiate le Contributions to the textual Criticism of the Divina Commedia (Cambridge 1889) e, in un campo più vasto, i quattro volumi Studies in Dante, l'ultimo dei quali comparve postumo (Oxford 1896-1917). Importanti sono questi in modo particolare per l'indagine delle fonti classiche delle invenzioni poetiche, e delle dottrine filosofiche e scientifiche di Dante. Anche sugli accenni al tempo nella Commedia, sulle antiche biografie del poeta, sull'autenticità della Quaestio de Aqua et Terra, ecc., scrisse in modo da meritare, seppure non sempre il consenso, l'attenzione dei competenti.
Bibl.: G. Mazzoni, Rapporto alla R. Accademia della Crusca,in Atti di essa per il 1916; recensioni di E. Rostagno e d'altri nel Bollettino della Società dantesca italiana (v. gl'indici), dove, XXIV, p. 111, si trovano poche, ma precise righe su lui, di E. G. Parodi. Si ha trad. ital. di due importanti saggi: Gli accenni al tempo nella Divina Commedia, e L'autenticità della "Quaestio".