Moore, Edward
Dantista inglese (Cardiff 1835 - Oxford 1916), rettore del collegio St. Edmund Hall di Oxford, fondatore della Società Dantesca di Oxford; canonico di Canterbury dal 1903.
L'esame del vasto contributo dato dal M. agli studi danteschi rivela un lavoro sistematico che ebbe inizio con un rigoroso studio sulle difficoltà della cronologia della Commedia, procede con la critica testuale e si dilata fino ad abbracciare numerosissimi problemi storici, geografici, filosofici ed estetici, affrontati con sicurezza di metodo e amplissima informazione. Ebbe intelletto di studioso oggettivo, e la grande maggioranza dei saggi dei quattro volumi Studies in D. (Oxford 1896-1917) trattano di questioni letterarie e storiche.
L'interesse del M. per il testo della Commedia è evidente fin dal 1883, quando pronunciò un discorso davanti ai membri della " Oxford Dante Society " sulla critica testuale dell'opera. A quell'epoca stava eseguendo la collazione di tutti i manoscritti della Commedia posseduti dalle biblioteche di Oxford e di Cambridge. Quando pubblicò Contributions to the textual Criticism of the D.C. (Cambridge 1889), aveva già esaminato più di 200 testi in Italia, Francia e Inghilterra, e l'importanza delle sue collazioni risultò molto accresciuta; notevoli anche le chiose a singole questioni testuali, sempre basate sopra un'eccellente conoscenza della tradizione manoscritta. I principi secondo i quali aveva lavorato sono esposti nei prolegomena di quest'opera; aveva seguito il metodo di K. Witte, alla cui memoria è dedicato il volume, indicando varianti nei singoli testi tendenti a gettare dubbi sulle conclusioni del suo predecessore (v. anche COMMEDIA: Edizioni). Fu studioso accuratissimo, come si vede dal suo saggio sul testo del Convivio (nella IV serie degli Studies). Non ammise nel testo di quest'opera nessuna lezione assente nei codici, o almeno che dalla tradizione manoscritta non potesse derivare. L'edizione del M., l'Oxford Dante (Oxford 1904), è un anello importante nell'evoluzione degli studi sui testi di Dante. È fondato, ben inteso, sul lavoro dei critici precedenti: per la Commedia, la Vita Nuova, e la Monarchia su quello del Witte; per le Epistole, la Quaestio e le Rime su quello del Fraticelli; ma per il Convivio seguì due manoscritti che aveva sotto mano a Oxford senza badare troppo alle precedenti edizioni. Nella prima e seconda edizione il testo del De vulg. Eloq. deriva da quello del Fraticelli, ma nella terza viene utilizzato il testo critico di P. Rajna.
Nel 1889 il M. pronunciò all'University College di Londra tre conferenze che furono stampate l'anno seguente col titolo D. and his Early Biographers. Dopo aver dato un resoconto delle biografie o note biografiche del Boccaccio, L. Bruni, F. Villani, Manetti e Filelfo, il M., basandosi su queste e su brani tolti dalle opere di D., descrive ottimamente le caratteristiche personali del poeta. A quel tempo il M. credette che il compendio della Vita del Boccaccio fosse scritto da altra mano.
I quattro volumi Studies in D. contengono il frutto principale dell'opera dantesca del M. e danno una precisa testimonianza della mente positiva, rigorosa, dell'autore. Il primo volume consiste in ampi e documentati confronti fra brani delle opere di D. e opportune citazioni dalle Sacre Scritture, Aristotele, Platone, Omero, Virgilio e altri autori classici e medievali. Si direbbe che il M. avesse raccolto materia utilissima per un critico letterario senza voler fare il critico lui stesso. Il saggio Beatrice (nel II vol.) rivela un calore insolito nel M., che crede nella realtà di Beatrice e mira a confutare i simbolisti e gl'idealisti, ma giudiziosamente spiega i ragionamenti di questi. Altri saggi in questo e negli altri volumi trattano di svariatissimi problemi: testuali (Convivio); storici (D. and Sicily); morali (The Classification of Sins in the Inferno); filosofici (Dante's theory of Creation).
Bibl. - E.G. Parodi, in " Bull. " XXIV (1917) 111.