KIENHOLZ, Edward
Scultore, nato a Fairfield (Washington) il 23 ottobre 1927. Autodidatta, nel 1953 si stabilisce a Los Angeles, dove nel 1956 fonda la Now Gallery e nel 1957 la Ferus Gallery, importanti centri pilota di nuove ricerche espressive. E alla Ferus Gallery che nel 1959 presenta la sua prima provocante personale. Nel 1961 espone al Pasadena Museum in California, e da allora numerosissime sono le sue esposizioni in America e in Europa: all'Institute of Contemporary Art di Boston nel 1966; alla Washington Gallery of Modern Art nel 1967, a Documenta a Kassel nel 1968; nel 1970 nella grande mostra itinerante a Stoccolma, Amsterdam, Düsseldorf e Parigi; nel 1971 a Zurigo e a Londra e nel 1973 alla Kunsthalle di Düsseldorf.
La sua attività plastica inizia nel 1953 con una serie di rilievi in legno colorato, legati all'estetica dell'art brut. Ma è attorno al 1957 che sviluppa le ricerche più caratterizzanti della sua produzione. Le sue composizioni a grandezza naturale sono assemblages apparentemente casuali di cianfrusaglie e oggetti di ricupero (manichini, stracci, vecchi mobili, ferraglia): oggetti "vissuti" (si è parlato di folk art) che vengono provocantemente ricuperati e riproposti attraverso "montaggi" che offrono una violenta immagine del quotidiano e in particolare dell'american way of life. Il razzismo (L'incidente di Little Rock, 1958); la prostituzione (Roxy's, 1961); le istituzioni (The state hospital, 1966); l'aborto clandestino (The illegal operation, 1962); i loisirs (il Drug Store del The Beanery, 1965) o ancora la violenza e la guerra (The portable war memorial, 1968) sono le immagini di questa disperata "commedia umana". Vedi tav. f. t.
Bibl.: W. Hopps, Prefazione al Catalogo esposizione a Washington (1968); A. Jouffroy, in Opus international, 21 (1970).