Statista e storico inglese (Dinton, Wiltshire, 1609 - Rouen 1674); nominato consigliere privato e cancelliere dello scacchiere da Carlo I (febbr. 1642), rappresentò il re nelle trattative con il parlamento. La sua tattica conciliante fu però disapprovata sia dall'esercito regio sia dal re. Dopo l'esecuzione di questo, nel dic. 1651 raggiunse Carlo II a Parigi, e ne divenne il principale consigliere: suo è in gran parte il merito della restaurazione (maggio 1660). Per quanto questa si fosse compiuta con il consenso anche dei presbiteriani e dei cattolici, egli non poté opporsi alle pressioni dei conservatori anglicani e consentì alla emanazione delle leggi note sotto il nome di codice di C. La sua opposizione alle parzialità della politica di indulgenza promossa dal re gli fece inoltre perdere il favore reale; esacerbato, pur difendendo nello stesso tempo l'Act of Indemnity a favore dei parlamentari cromwelliani, si mostrò sempre più intollerante. Per altro la debolezza della sua politica estera che, iniziata con l'umiliante richiesta a Luigi XIV di un prestito di 50.000 sterline, non seppe evitare la guerra con l'Olanda, risoltasi poi in una sconfitta, lo rese impopolare nel paese. Destituito dal potere nell'ag. 1667, fu messo in stato di accusa dalla Camera dei Comuni. Nel nov. emigrò in Francia ove passò il resto della vita. Scrisse: Contemplations on the Psalms (1672), una critica del Leviathan di Hobbes (1676), e la History of the Civil War (post., 1702-04), ricca di dati, ma ispirata nella loro interpretazione a deciso conservatorismo.