Robinson, Edward G.
Nome d'arte di Emanuel Goldenberg, attore cinematografico romeno, naturalizzato statunitense, nato a Bucarest il 12 dicembre 1893 e morto a Los Angeles il 26 gennaio 1973. Potenzialmente limitato dai marcati tratti fisici, R. seppe invece imporsi come 're del crimine' nella Hollywood degli anni Trenta, primo gangster dell'era del sonoro. L'affermazione giunse nel 1931 con l'animalesco ritratto di Rico Bandello, protagonista di Little Caesar (Piccolo Cesare) di Mervyn LeRoy, divenuto nel tempo una figura archetipica del genere. R. seppe costruire con le sue interpretazioni una galleria di gangster violenti e istintivi fino alla follia, da lui 'vissuti' con un'intensità senza pari. Raffinato attore di composizione, riuscì in seguito a distaccarsi dalle 'criminose' caratterizzazioni degli esordi, cimentandosi ecletticamente in ruoli di ogni sorta, sempre venati da un sottile quanto amaro umorismo. La sua lunga e luminosa carriera venne nobilitata dall'incontro con alcuni dei più grandi registi dell'epoca (tra cui Tod Browning, Michael Curtiz, John Ford, Howard Hawks, John Huston e Fritz Lang). Sebbene la sua classe d'interprete fosse unanimemente riconosciuta, R. ottenne in vita solo un premio, quello come migliore attore al Festival di Cannes per House of strangers (1949; Amaro destino) di Joseph L. Mankiewicz, mentre venne a mancare due mesi prima del conferimento, nel 1973, dell'Oscar alla carriera.
Appartenente a una famiglia ebrea della media borghesia romena trasferitasi nel 1903 negli Stati Uniti per le periodiche persecuzioni cui veniva sottoposta nel proprio Paese, R. crebbe nel Lower East Side di New York. Dopo aver frequentato la Townsend Harris Hall High School, rinunciò ben presto all'idea di studiare da avvocato o da rabbino e si iscrisse alla Columbia University. Nel 1913 vinse una borsa di studio presso l'American Academy of Dramatic Arts, cambiò il suo nome e iniziò a studiare recitazione. Arruolatosi nella marina statunitense, partecipò nel 1915 alla Prima guerra mondiale, per poi esordire nello stesso anno sulle scene di Broadway con il dramma Under the fire. Fu in teatro che R. ottenne i primi successi e affinò la sua gamma d'interprete per quindici anni, cimentandosi anche in veste di autore nel 1929 con la commedia in tre atti The kibitzer, scritta insieme a Jo Swerling. Sebbene avesse già debuttato nel cinema in The bright shawl (1923; Lo scialle lucente) di John S. Robertson, R. riuscì a imporsi solo con l'avvento del sonoro. I gangster interpretati in Hole in the wall (1929) di Robert Florey e in Outside the law (1930) di Browning contribuirono a procurargli un importante contratto con la Warner Bros.: fu il preludio al grande successo di Little Caesar. Il sodalizio con LeRoy proseguì con il noir d'ambiente giornalistico Five star final (1931) e con Two seconds (1932), in cui R. è un killer condannato alla pena capitale. Dopo The hatchet man (1932; L'uomo dalla scure) di William A. Wellman, nello stesso anno fu un pescatore in lotta contro gli squali in Tiger shark (Le tigri del pacifico) di Hawks. Cercò quindi di sdrammatizzare il suo personaggio di gangster riconducendolo, in The little giant (1933; Il piccolo gigante) di Roy Del Ruth, a una dimensione più lieve, dai toni fortemente ironici. Il suo capolavoro in questo senso fu però The whole town's talking (1935; Tutta la città ne parla) di Ford. In esso R. riuscì a rappresentare con classe e finezza due personaggi di opposta natura: un criminale e il suo ignaro e onesto sosia. Hawks lo diresse poi nel melodramma, per lui insolito, Barbary coast (1935; La costa dei barbari), in cui è un proprietario di nightclub opposto a un minatore (Joel McCrea) nella lotta per il cuore di una ballerina (Miriam Hopkins). Nel 1937 interpretò quindi un boss mafioso in The last gangster (L'ultimo gangster) di Edward Ludwig e il manager di un pugile nel melodramma Kid Galahad (L'uomo di bronzo) di Curtiz, accanto a Humphrey Bogart e Bette Davis. L'anno successivo ebbe la possibilità, in A slight case of murder (Un bandito in vacanza) di Lloyd Bacon, di sfoggiare le sue doti canore in una bizzarra parodia del personaggio di Little Caesar. In Dr. Ehrlich's magic bullet o The story of Dr. Ehrlich magic bullet (1940; Un uomo contro la morte) di William Dieterle, storia vera del medico ebreo tedesco che trovò la cura alla sifilide, offrì quella che egli considerò la sua migliore interpretazione. Ancora per Dieterle fu nello stesso anno Paul Julius Reuter, l'inventore dell'omonima agenzia di stampa, in A dispatch from Reuters (La vita di Giulio Reuter). Arricchì quindi grazie a Curtiz la sua galleria di personaggi liminali con il crudele comandante di un peschereccio in The sea wolf (1941; Il lupo di mare). Nel 1942 lavorò al suo ultimo film per la Warner Bros., Larceny, Inc. (I tre furfanti) diretto ancora da Bacon. In piena Seconda guerra mondiale si impegnò nel sostenere le truppe statunitensi, intervenendo in numerosi programmi radiofonici. Ebbe però anche l'occasione di recitare in alcuni dei suoi film più riusciti. Lavorò infatti con Wilder in Double indemnity (1944; La fiamma del peccato), capolavoro noir in cui è un assicuratore che indaga sulla misteriosa morte di un cliente, e nel 1945 in The woman in the window (La donna del ritratto) e in Scarlet street (La strada scarlatta), entrambi diretti da Lang. In essi R. costruì un inedito e convincente ritratto di tranquillo borghese statunitense che viene travolto da intrighi molto più grandi di lui. Fronteggiò quindi, nelle vesti di un detective governativo, il criminale di guerra interpretato da Orson Welles nel film The stranger (1946; Lo straniero) diretto dallo stesso Welles, e poi tornò a un ruolo da gangster in Key Largo (1948; L'isola di corallo) di Huston. Dopo il controverso padre italoamericano di House of strangers, in pieno maccartismo venne messo in disparte dal cinema hollywoodiano perché sospettato di attività antiamericane. Nel corso degli anni Cinquanta continuò comunque a imporre la sua magnetica presenza in serrati gangster film come Black Tuesday (1954; Pioggia di piombo) di Hugo Fregonese, e Hell on Frisco Bay (1955; La baia dell'inferno) di Frank Tuttle, in western come The violent men (1955; Uomini violenti) di Rudolph Maté, ma prese anche parte al kolossal The ten commandments (1956; I dieci comandamenti) di Cecil B. DeMille e alla commedia amara The hole in the head (1959; Un uomo da vendere) di Frank Capra. Nel decennio successivo da ricordare le sue interpretazioni nel thriller The prize (1963; Intrigo a Stoccolma) di Mark Robson e in The outrage (1964; L'oltraggio) di Martin Ritt, entrambi accanto a Paul Newman, nonché la bella prova offerta in The Cincinnati Kid (1965; Cincinnati Kid) di Norman Jewison, nel ruolo del migliore giocatore di poker d'America, al fianco di Steve McQueen. Morì poco dopo aver interpretato il fantascientifico Soylent green (1973; 2022: i sopravvissuti) di Richard Fleischer. Postuma è uscita nel 1973 l'autobiografia dal titolo All my yesterdays, scritta insieme a L. Spigelglass.
J.R. Parish, A.H. Marill, The cinema of Edward G. Robinson, South Brunswick 1972.
A.L. Gansberg, Little Caesar: a biography of Edward G. Robinson, London 1983.
A.H. Marill, The complete films of Edward G. Robinson, New York 1990.
R. Beck, The Edward G. Robinson Encyclopedia, Jefferson 2002.