ELGAR, Edward
Compositore, nato a Broadhearth (Worcester) il 2 giugno 1857. Figlio dell'organista W. H. Elgar, sotto la guida del padre si diede allo studio dell'organo, quindi a quello del violino, presso il Pollitzer, insegnante a Londra. Poi iniziò la sua attività come violinista d'orchestra a Birmingham; nel 1882, lo troviamo violino solista in una società musicale di Worcester, e nel 1885 organista, al posto del padre, nella chiesa di S. Giorgio. Nel 1889 sposò una figlia del generale sir Henry Roberts e da allora in poi si è dedicato unicamente alla composizione, conseguendo larga e assai favorevole notorietà in patria e fuori.
Alla fecondità del compositore non corrisponde sempre il valore musicale delle singole opere, qua e là diminuito da interferenze stilistiche eterogenee e da certa verbosità scarsamente personale. È nondimeno notevole il risultato ottenuto dall'E. nella rinascita della scuola musicale britannica ad una vitalità più libera e più suscettibile d'internazionale interessamento di quella cui erano giunti i compositori delle generazioni vicine. Né il Parry né lo Stanford avevano infatti attinto con le loro pur nobili pagine a un'affermazione di personalità o di nazionalità indipendenti, né avevano quindi potuto far sentire la loro voce nel concerto musicale del loro tempo. L'E., venendo a contatto con alcune delle energie più vive del movimento europeo, quelle, tra le altre, di Liszt e poi di Strauss, mentre ne risentiva l'influsso stilistico, ne traeva maggior fiducia nel proprio naturale temperamento, romantico ed assai più focoso di quello dei suoi contemporanei inglesi. La forma, corretta e sapiente, è però sempre in funzione, presso l'E., di impetuoso od estatico lirismo, come si può notare, per un senso, nelle variazioni "enigmatiche" per orchestra, nell'ouverture Cockaigne, e, per l'altro senso, nel Sogno di Geronzio, probabilmente le opere più significative del maestro.
In Cockaigne e nell'oratorio ora citato si fa strada, attraverso influenze tedesche, anche una sensibilità veramente tipica dell'animo inglese, ora nell'umorismo ora in un diafano misticismo. Quantunque poco amato dai compositori della nuova scuola britannica, l'E. va dunque posto, per questo riguardo, tra le premesse storiche necessarie cui collegare tale scuola medesima.
Opere principali: Oratorî, cantate e musica religiosa: The Light of Life (1896); The Dream of Gerontius (1900); The Apostle (1903 a 1906); The Kingdom, op. 51; The Black Knigt, op. 25 (1893); King Olaf, op. 30 (1896); Caractacus, op. 35 (1898); The Music-Makers, op. 69 (1912); Sea-Pictures, op. 37. Per orchestra: Sinfonie, op. 55 (1908) e op. 63 (1911); Ouvertures: Froissart, op. 19 (1890); Cockaigne, op. 40 (1901); In the South, op. 50 (1903); Variazioni: Enigma, op. 36 (1899); Studio sinfonico: Falstaff (1913); Serenata; 2 Suites: The Wand of Youth (1907 e 1908); Musiche varie per organo, strumenti, per canto, ecc.
Bibl.: R. J. Buckley, Sir E. E., Londra 1904; E. Newman, E. E., 1906; J. J. Porte, Sir E. E., Londra 1921.