CAIRD, Edward
Filosofo inglese, nato il 22 marzo 1835 a Greenock, in Scozia, morto il 1° novembre 1908 a Oxford. Fu professore di filosofia morale all'università di Glasgow (1866-1893) e poi rettore (master) del Balliol-College di Oxford (1893-1906).
Si occupò anzitutto di storia della filosofia e diede un'ampia esposizione della filosofia di Kant. Ma la sua attività fu poi principalmente rivolta alla diffusione del pensiero hegeliano in Inghilterra e alla sua rielaborazione nella sfera dei problemi religiosi.
In questo senso, egli considerò il momento religioso come implicato in ogni aspetto della coscienza umana, e, di conseguenza, la storia delle religioni come un'evoluzione che si orienta secondo i tre momenti fondamentali di tale coscienza: l'oggettivo, il soggettivo, e la sintesi loro. A ognuno di questi momenti corrisponde una forma di religione storica, positiva. Al momento oggettivo, nel quale Dio è rappresentato come l'oggetto esterno della percezione, corrisponde la religione politeistica, greca, fondata su rappresentazioni sensibili del divino invece che su concetti. Al secondo momento della soggettività corrisponde la religiosità giudaica, che s'incentra nella concezione di un Dio personale, signore e giudice. Infine la coscienza perviene necessariamente al momento della sintesi di oggetto e soggetto, e con ciò al concetto vero e proprio di Dio, insieme immanente e trascendente, natura e spirito: e questo è il principio fondamentale della religione cristiana, in cui la divinità si presenta come persona e insieme compenetra e valorizza la natura ai fini spirituali.
Opere principali: Hegel, Edimburgo 1883-86; The critical philosophy of I. Kant, voll. 2, Glasgow 1889; The evolution of religion, voll. 2, Glasgow 1893; The evolution of theology in the greek philosophers, voll. 2, Glasgow 1904.
Bibl.: H. Jones e J. H. Muirhead, The life and philosophy of Edward Caird, Glasgow 1921.