Psicologo statunitense d'origine inglese (Chichester 1867 - Ithaca 1927). Prof. (dal 1892 alla morte) alla Cornell University (Ithaca), diffuse negli Stati Uniti una psicologia sostanzialmente fedele all'impostazione wundtiana, che appare alla base dello strutturalismo di T. e dei suoi importanti studi sul fenomeno dell'attenzione.
Formatosi alla scuola di W. Wundt a Lipsia, fu attivissimo ricercatore e animatore della ricerca sperimentale statunitense (creò tra l'altro, nel 1904, un gruppo informale di psicologi sperimentali di notevole peso), T. fu a lungo condirettore (1895-1920) e poi direttore unico (1921-25) dell'American journal of psychology.
L'indirizzo da lui propugnato si caratterizzò, in contrapposizione a quello funzionalista (che si richiamava soprattutto alle posizioni di W. James), come strutturalismo, indagine rigorosa, mediante il più ortodosso e sofisticato metodo introspettivo sperimentale della mente umana "normale e adulta", analizzata nei suoi contenuti elementari (sensazioni, immagini, sentimenti). Nelle ricerche sul fenomeno dell'attenzione (secondo linee wundtiane) T. si soffermò in particolare sul grado di "chiarezza" dei suoi contenuti sensoriali, sui sentimenti (servendosi della classificazione tridimensionale di Wundt) e sul pensiero, in radicale polemica con alcune tendenze contemporanee postulanti l'esistenza di un cosiddetto pensiero senza immagini (scuola di Würzburg, A. Binet, R. S. Woodworth). Furono tra l'altro contrasti sorti su questo complesso problema a incrementare i dubbi sull'attendibilità scientifica del metodo introspettivo violentemente attaccato dal nuovo indirizzo comportamentista di J. B. Watson (1913), determinando il declino dell'influenza di Titchener.
Opere. Tra le sue opere ebbero particolare influenza quelle introduttive e sistematiche (An outline of psychology, 1896; A primer of psychology, 1898; A textbook of psychology, 1910; A beginner's psychology, 1915; nonché il monumentale Experimental psychology; a manual of laboratory practice, 2 voll., 1901-05).