Uomo politico iugoslavo (Lubiana 1910 - ivi 1979). Entrato nel partito comunista (1928), incarcerato per attività illegali (1932-34), poi esule a Vienna e in URSS, divenne membro dell'ufficio politico nel 1938. Dopo il crollo iugoslavo (1941), diresse con B. Kidrič, a Lubiana, l'azione del Fronte di liberazione nella Slovenia occupata. Nel 1945, K. fu vicepresidente del Consiglio e ministro per la Costituente nel primo governo del Fronte popolare. Nel 1948 fu stretto collaboratore di Tito al momento della rottura con Stalin. Vicepresidente del Consiglio (1948-53; 1953-63), ministro degli Esteri (1948-53), fu poi (1963-67) presidente dell'Assemblea federale: rappresentante per la Slovenia nella residenza collegiale della Repubblica (1974), K. si batté per la riforma economica e la federalizzazione nel quadro istituzionale iugoslavo. Tra i massimi esponenti del regime, secondo solo a Tito, è rilevante anche la sua produzione teorica sui principî dell'autogestione, la proprietà sociale, il decentramento. Ha lasciato un libro di memorie, Borba za priznanje i nezavisnost nove Jugoslavije 1944-1957 (post., 1980; trad. it. Memorie degli anni di ferro, 1980).