VEIDENBAUMS, Eduards
Poeta lettone, nato presso Cēsis (Vidzeme) il 3 ottobre 1867, morto di tisi a Liepa il 24 maggio 1892. Compiuti gli studî medî a Riga, visse dal 1887-1892 in estrema povertà come studente di giurisprudenza all'università di Tartu. Conoscitore di una diecina di lingue, collaboratore del giornale Jaunāstrāva (Corrente nuova), il V. entusiasmò i giovani con i suoi versi diffusi in manoscritti, dei quali solo nel 1900 apparve un'edizione "illegale" a Londra.
Pessimista ed epicureo di temperamento, il V. ebbe un culto speciale per Orazio che tradusse in lettone. Dalle sue poesie originali, che talvolta seguono motivi oraziani e anacreontici, traspare il suo spirito ricco di contraddizioni: vi si riscontra ora un sarcasmo violento, espresso alla maniera naturalistica, e ora, specialmente nei suoi capolavori lirici, un senso melanconico della vita, acuito dal presentimento della morte.
Ediz.: Opere complete a cura di V. Treumanis, 1907, 2ª ed., 1920; a cura di R. Egle, 1926.