MASDEA, Eduardo.
– Nato a Napoli il 23 luglio 1849 da Giuliano e da Clorinda Bozoni, fu ammesso l’8 ag. 1859 a frequentare la locale R. Accademia di marina. Dopo la creazione del Regno d’Italia, il M. proseguì la formazione nel medesimo istituto. Divenuto ufficiale della R. Marina italiana, si imbarcò sulle corvette a vela «Euridice» e «Valoroso» per partecipare alle campagne d’istruzione dal 1861 al 1864. Il 1° dic. 1864 fu nominato guardiamarina di seconda classe nel corpo dello stato maggiore generale, ma in seguito decise di transitare nel corpo del genio navale e, pertanto, il 1° dic. 1865 divenne allievo ingegnere nella scuola di applicazione di Castellammare di Stabia. Il 1° maggio 1869 ebbe la nomina a sotto ingegnere di 3ª classe divenendo ben presto uno dei più fidati collaboratori di B. Brin.
Dopo un imbarco sulla pirofregata a elica «Vittorio Emanuele» dal 14 luglio al 27 ott. 1873, sotto la direzione di Brin il M. prese parte alla progettazione delle rivoluzionarie corazzate veloci «Italia» e «Lepanto», entrambe impostate nel 1876. Dal 16 agosto al 18 ott. 1878 prestò poi servizio sul trasporto a elica «Conte di Cavour» e dal 1° novembre dello stesso anno fino al 26 giugno 1879 fu destinato nuovamente sulla «Vittorio Emanuele». Fu quindi incaricato di lavorare al progetto delle corazzate «Re Umberto», «Sardegna» e «Sicilia» (la cui costruzione iniziò fra il 1884 e il 1885), che rappresentarono la naturale evoluzione dell’«Italia» e della «Lepanto».
Brin, divenuto di nuovo ministro della Marina nel 1884, per tener conto delle mutate esigenze nazionali in seguito all’impulso dato all’espansione coloniale e commerciale italiana in Africa, nell’Estremo Oriente e nell’America Meridionale, decise di potenziare la forza armata dotandola di un più cospicuo nucleo di incrociatori protetti da impiegare in mari lontani.
Incaricò pertanto il M. di progettare un nuovo tipo di questo genere di unità, basandosi sui piani dei cantieri britannici Armstrong. Dagli studi del M. derivarono i sette incrociatori della classe «Regioni» o «Lombardia», composta, oltre che dal capoclasse, dal «Calabria», dall’«Elba», dall’«Etruria», dal «Liguria», dal «Puglia» e dall’«Umbria», impostati fra il 1888 e il 1893.
Grazie a essi il M. acquistò notorietà, in quanto questi incrociatori rimasero famosi per la loro intensa e prolungata attività all’estero e per la buona abitabilità, fattore prezioso per unità destinate a lunghe crociere.
Egli quindi divenne membro dal 1° nov. 1888 al 31 marzo 1894 del Comitato per i disegni delle navi e in tale periodo continuò a studiare migliorie a queste unità e si dedicò alla progettazione di bastimenti di più grandi dimensioni che portarono nel 1892 e nel 1893 all’inizio della costruzione degli incrociatori corazzati «Vettor Pisani» e «Carlo Alberto». Il ministero della Marina, tuttavia, chiese unità maggiormente protette e più armate di queste due e affidò al M. l’incarico di progettarle. Gli studi del M. si concretizzarono negli incrociatori della classe «Giuseppe Garibaldi», il primo dei quali fu impostato nel 1893, che furono venduti anche ad altri Paesi, tanto che la R. Marina avrebbe dovuto aspettare l’inizio del XX secolo per annoverarne tre («Giuseppe Garibaldi», «Francesco Ferruccio» e «Varese»).
Il 16 apr. 1894 il M. fu nominato direttore delle costruzioni navali del R. Arsenale presso il primo dipartimento marittimo e dal 1° febbr. 1896 ricoprì lo stesso incarico presso il ministero della Marina, venendo contemporaneamente promosso ispettore, grado che in seguito cambiò denominazione in quella di maggiore generale.
Negli anni successivi il M., dapprima membro del Consiglio superiore di Marina (1° febbr. 1899) e, subito dopo (2 marzo), nominato giudice supplente del Tribunale supremo di guerra e di marina, continuò a svolgere importanti mansioni. L’11 genn. 1901 ottenne quindi la nomina a capo dell’Ufficio tecnico del ministero della Marina e si dedicò allo studio di due altri incrociatori corazzati, il «S. Giorgio» e il «S. Marco», che furono impostati rispettivamente nel 1905 e nel 1907.
Per le ampie conoscenze ormai acquisite nell’ambito delle costruzioni navali, il 9 giugno 1904 il M. entrò a far parte della commissione per lo studio delle riforme da apportarsi al codice per la marina mercantile. Il 28 luglio dello stesso anno, inoltre, divenne di fatto capo del corpo del genio navale e il successivo 1° settembre fu promosso tenente generale.
Nel 1905 collaborò con un altro eminente ufficiale del genio navale, V.E. Cuniberti, all’ideazione della prima corazzata di tipo monocalibro della R. Marina, la «Dante Alighieri», che fu impostata nel 1909 e per la quale il M. studiò l’innovativa sistemazione delle artiglierie principali in torri trinate poste sul piano diametrale della nave.
Il 17 ag. 1907 il M. riottenne la direzione dell’Ufficio tecnico (con la nuova denominazione di Comitato per l’esame dei progetti di navi) e si dedicò a elaborare i piani per tre altre corazzate: la «Conte di Cavour», la «Giulio Cesare» e la «Leonardo da Vinci», che cominciarono a essere costruite nel 1910. Tali piani furono poi utilizzati, con minime variazioni apportate dal tenente generale G. Valsecchi, per realizzare la «Duilio» e l’«Andrea Doria», impostate nel 1912.
In riconoscimento dei suoi meriti, oltre a essere stato nominato il 24 maggio 1906 grande ufficiale dell’Ordine dei Ss. Maurizio e Lazzaro e il 4 giugno 1908 cavaliere di gran croce dell’Ordine della Corona d’Italia, il 27 genn. 1910 divenne senatore del Regno.
Il M. morì a Roma il 12 maggio 1910.
Una prova delle ampie conoscenze tecniche del M. è offerta da alcuni articoli che pubblicò nella Rivista marittima: Di mutamenti che potrebbero portare nelle costruzioni navali i cannoni da 160 t., VIII (1875), 9, pp. 417-428; Prove di velocità del regio avviso Cristoforo Colombo, IX (1876), 12, pp. 574-578; L’Italia R. nave di prima classe, XIII (1880), 10, pp. 51-81. Il M. curò, inoltre, per il medesimo periodico, la traduzione di un importante articolo in inglese (apparso originariamente in Naval Science): Le macchine marine moderne, I, ibid., IX (1876), 4, pp. 52-65; II, ibid., 5-6, pp. 362-377.
Fonti e Bibl.: Roma, Ministero della Difesa, Arch. dell’Ufficio stor. della Marina militare, Biografie ufficiali, b. M.2, f. 17; per notizie sulle caratteristiche e sull’attività svolta dalle unità navali alla cui progettazione partecipò il M. si veda ibid., Raccolta di base, bb. 2133, f. 1 («Andrea Doria»); 2114-2118 («Calabria»); 2123 («Carlo Alberto»); 2095 («Conte di Cavour»); 2133, f. 2 («Dante Alighieri»); 2137 e 2138, f. 1 («Duilio»); 2140-2142 («Elba»); 2145 («Etruria»); 2152 e 2153, f. 1 («Francesco Ferruccio»); 322, f. 7 e 2127, f. 12 («Giulio Cesare»); 2157, f. 2 e 2158 («Giuseppe Garibaldi»); 2164 e 2165, f. 1 («Italia»); 2134-2136, 2268-2273 («Leonardo da Vinci»); 2169, f. 1 («Lepanto»); 2175, f. 4 e 2282, f. 2 («Liguria»); 176, 359, f. 5, 2166, 2167, f. 1, 2383 («Lombardia»); 2190 e 2262, f. 10 («Puglia»); 2198, f. 6 e 2262, f. 3 («Re Umberto»); 2203, ff. 2-3, 2204, ff. 1-2, 263, f. 5 («S. Giorgio»); 2206, f. 3 («S. Marco»); 2234-2235 («Umbria»); 2246, f. 3 e 2282, f. 4 («Varese»); 2249, ff. 1-4, 2250, 2251, ff. 1-2 («Vettor Pisani»). Sul M. si vedano: Il ten. generale del genio navale E. M. senatore del Regno, in Riv. marittima, XLIII (1910), 5, pp. n.n.; G. Giorgerini - A. Nani, Le navi di linea italiane 1861-1969, Roma 1969, pp. 20, 256, 258, 266, 278; G. Annovazzi, 50 navi italiane famose, Milano 1971, pp. 100, 114, 117, 124, 153; F. Bargoni, Esploratori, fregate, corvette ed avvisi italiani 1861-1974, Roma 1974, p. 178; G. Giorgerini - A. Nani, Gli incrociatori italiani 1861-1975, Roma 1976, pp. 237, 270, 280, 282, 302, 342; G. Cavallotti, Il romanzo della corazzata. Storia della nave da guerra regina dei mari, Milano 1978, p. 110; Navi e marinai, Milano 1979, I, pp. 289, 294, 296, 298; II, pp. 602, 604, 666, 731; A. Rastelli, Le navi del re. Immagini di una flotta che fu, Milano 1988, pp. 53, 95 s.; E. Bagnasco - A. Rastelli, Le costruzioni navali italiane per l’estero, in Riv. marittima, CXXIV (1991), 12, suppl., p. 15; G. Giorgerini - A. Nani, Almanacco stor. delle navi militari italiane, Roma 1996, pp. 46, 190, 192, 211, 213, 236, 239, 242, 285, 287, 289; L. D’Ippolito, Gli incagli del regio incrociatore S. Giorgio, in Boll. d’Arch. dell’Ufficio stor. della Marina militare, XI (1997), 4, pp. 9, 13; M. Gabriele, Benedetto Brin, Roma 1998, pp. 68, 71, 84, 106; H. Jentschura - D. Jung - P. Mickel, Warships of the Imperial Japanese Navy, 1869-1945, London 1999, p. 75; F. Bargoni - F. Gay - V.M. Gay, Navi a vela e navi miste italiane (1861-1887), Roma 2001, p. 474; A. Turrini, L’opera di Cesare Laurenti. Realizzazioni e progetti, Roma 2002, p. 19; M. Gabriele, Simone Pacoret de Saint Bon, Roma 2002, p. 187; Id., Giovanni Bettolo, Roma 2004, pp. 101, 160, 167; M. Gemignani, Adone Del Cima comandante della corazzata Roma, Roma 2005, p. 44; M. Cosentino - R. Stanglini, Il corpo del genio navale, Firenze 2006, pp. 37, 44-46, 54 s., 59 s., 154; A. Ronconi, L’industria navale italiana e la battaglia di Tsushima, in La battaglia di Tsushima. Atti del Convegno… 2005, a cura di M. Gemignani, Roma 2006, pp. 81, 83; A. De Gubernatis, Piccolo Diz. dei contemporanei italiani, Roma 1895, p. 586; Enc. biografica e bibliogr. «Italiana», A. Malatesta, Ministri, deputati, senatori dal 1848 al 1922, II, p. 169; Enc. Italiana, XXII, p. 497.