MARQUINA, Eduardo
Poeta e drammaturgo spagnolo, nato a Barcellona il 21 gennaio 1879. Esordì dapprima come giornalista; si affermò poi quale poeta lirico d'ispirazione sana, fresca e briosa, con diversi volumi di odi, di egloghe e di elegie. In Vendimion, vasto poema ciclico allegorico, l'ispirazione del poeta ha forse trovato i suoi momenti più felici.
In seguito il M. abbandonò quasi completamente la poesia lirica per consacrarsi, con tenacia e con nobiltà d'intenti, a rialzare le sorti del decaduto teatro poetico. Egli fu un vero pioniere di questa rinascita, alla quale contribuì dapprima con esumazioni e riduzioni di classici e con traduzioni di stranieri, iniziando poi tutt'una serie di lavori originali, per lo più rievocanti leggendarie gesta o episodî storici spagnoli, in squisiti versi sciolti o in fluidi ottonarî pieni d'impeto lirico. Sebbene il M., guidato da fine senso estetico, abbia saputo piegare il suo lirismo impulsivo e sonoro alle esigenze teatrali, il favore del pubblico non gli arrise sempre. Si rivelò pure buon prosatore nel romanzo Maternidad (1916).
Opere: Edite tutte a Madrid: Poesia: Odas (1900), Elegías (1905), Vendimión (1909), Églogas (1910), Canciones del momento (1911), Juglarías (1914), Tierras de España (1915), Poesía de San Francisco de Asís (1915). Tra le opere di teatro: Benvenuto Cellini (1905), La risa de Grecia (1905), Rincón de montaña (1906), Las hijas del Cid (1908), dramma epico; Doña María la Brava (1910), En Flandes se ha puesto el sol (1911), il suo lavoro più patriottico e più teatrale; Cuando florezean los rosales (1912), Por los pecados del rey (1913), El retablo de Agrellano (1914), dramma fantastico religioso; Las flores de Aragón (1915), Una mujer (1915), commedia sentimentale in prosa; El Gran Capitan (1916), leggenda d'amore cavalleresco; El pavo real (1923), fiaba poetica ispirata da leggende indiane; Una noche en Venecia (1923), Don Luis Mejía (1924), in collaborazione con Alfonso Hernández Catá, derivazione del Don Juan Tenorio; Fruto bendito (1927), esaltazione dell'amor materno; La ermita, la fuente y el río (1927), dramma rurale; La vida es mas (1928), La dueña del mundo (1928), Sin horca ni cuchillo (1929), Salvadora (1929), dramma rurale verista, El monje blanco (1930), leggenda di sapore primitivo; Fuente escondida (1930), Era una vez en Bagdad... (1932), Los Julianes (1932).
Bibl.: A. González Blanco, Los dramaturgos espanoles contemporáneos, Valenza 1917, pp. 295-330; J. Cejador y Frauca, Historia de la lengua y literatura castellana, XI, Madrid 1919, pp. 244-253.