Critico drammatico italiano (Napoli 1856 - Roma 1915), noto anche con lo pseudonimo di Caramba. Autodidatta, scrittore involuto ma fervido, per lunghi anni, nei giornali e riviste ai quali collaborò o che fondò, spesso redigendoli egli stesso (Il carro di Tespi, 1889-91; Le cronache, 1899-1900; Le cronache teatrali di Caramba, 1908; ecc.), in scritti varî (fra cui il romanzo Quidam, 1904), e come insegnante nella scuola di recitazione di S. Cecilia in Roma, fu strenuo sostenitore delle nuove correnti della letteratura drammatica e soprattutto di una riforma dell'interpretazione scenica, basata su teatri stabili in luogo di compagnie girovaghe, sull'abolizione dei ruoli degli attori e sulla cura della messinscena.