ESTAUNIE, Édouard
Romanziere francese, nato a Digione il 4 febbraio 1862. Di antica famiglia borgognona, fece i primi studî nella città nativa, indi frequentò a Parigi l'École Polytechnique: ingegnere dei telegrafi nel 1886, iniziò la carriera nel Ministero delle poste e vi raggiunse i più alti gradi; si ritirò nel 1918. Pubblicò due trattati tecnici, relativi al suo ufficio, Les sources d'énergie électrique (1895) e il Traité pratique de télécommunication (1903); ma, accanto alla sua attività amministrativa, condusse un lavoro letterario intenso. Ai primi libri, Un simple (1890) e Bonne-Dame (1892), seguì L'empreinte (1896), ch'ebbe un grande successso e rimane fra i suoi libri significativi, insieme con La vie secrète (1908), L'appel de la route (1921) e L'infirme aux mains de lumière, ampio racconto, apparso dapprima nei Cahiers verts, e poi compreso nella raccolta Le silence dans la campagne (1926). Nella concezione del romanzo, specie nella visione dei rapporti fra la persona e l'ambiente, l'E. risente della scuola di Balzac. La sua predilezione si volge ai drammi nascosti, alle vite chiuse, in cui si diffonde a poco a poco una luce d'amore e di sacrificio: v., oltre alla Vie secrète, L'ascension de M. Baslèvre (1920). Le altre sue opere sono: Impressions de Hollande (1893), Le ferment (1899), L'épave (1902), Les choses voient (1923), Solitudes (1917), Le labyrinthe (1924), Tels qu'ils furent (1926). Fu eletto all'Accademia francese nel 1923; e fu presidente (1927-29) della Société des gens de lettres.