Romanziere francese (Digione 1862 - Parigi 1942). Alla sua professione di ingegnere presso l'amministrazione delle poste, affiancò una feconda attività letteraria, orientata in un primo tempo verso temi autobiografici (L'empreinte, 1896, sull'influenza dei gesuiti che E. stesso aveva subito; Le ferment, 1899, sulla situazione del proletariato intellettuale). I romanzi successivi (La vie secrète, 1908; Les choses voient, 1913; Solitudes, 1917) rivelano un autore attento a cogliere le emozioni e i drammi segreti che si celano dietro esistenze apparentemente insignificanti. Più tardi E. si orientò prima nel senso di un giansenismo laico (L'ascension de M. Baslèvre, 1920; L'appel de la route, 1921) e poi verso una sempre più esplicita ricerca di significati religiosi (L'infirme aux mains de lumière, 1923; Le labyrinthe, 1924). Nel 1923 fu eletto membro dell'Académie française.