Scrittore e giornalista (Paganica 1860 - Napoli 1917); fece gli studî di lettere a Roma, dove cominciò a collaborare al Capitan Fracassa con scritti di critica e polemica letteraria, legandosi di amicizia con G. D'Annunzio, C. Pascarella, C. De Titta, G. Salvadori, e con Matilde Serao, che sposò nel 1885. Il meglio di quelle prose fu raccolto nel Libro di Don Chisciotte (1885), che, con le novelle di Il processo di Frine (1884), ambientate in un Abruzzo selvaggio e "primitivo", gli diede fama di scrittore robusto e polemista scintillante. Con la Serao passò alla Tribuna (i suoi articoli sono raccolti nel vol. In Levante e a traverso i Balkani: note di viaggio, 1890) e diede vita al Corriere di Roma (1886-87) e quindi al Corriere di Napoli (1888), che subito rivaleggiò con la migliore stampa nazionale; nel 1891 ne uscì per fondare, sempre a Napoli e con la Serao, Il Mattino, che diresse sino alla morte. Fu sostenitore della politica africana di F. Crispi (la sua intensa attività giornalistica di quel periodo è rispecchiata nei volumi Le nostre cose in Africa, 1895; Itinerario verso i paesi d'Etiopia, 1895-96; Il cristiano errante, 1897, frutto anche di viaggi), ma i rovesci del 1896, le accuse contro di lui e la politica "domestica" dell'Italia dopo il 1898 lo portarono a un amaro scetticismo. Nel 1914 parteggiò per la Triplice Alleanza, temendo un consolidamento dell'egemonia anglo-francese nel Mediterraneo.