ORABONA, Edoardo
ORABONA, Edoardo. – Nacque ad Aversa il 14 ottobre 1897 da Paolo, ingegnere, e da Teresa Lanzilli.
Iscritto alla Scuola superiore di ingegneria di Napoli, si laureò nel 1920 in ingegneria idraulica, divenendo allievo di Girolamo Ippolito. Poco dopo venne ammesso come assistente volontario alla cattedra di costruzioni idrauliche e ponti di muratura, tenuta da Giuseppe Campanella, occupandosi inizialmente di problemi di statica. Rimasto orfano in giovane età e con una difficile situazione economica, non poté, in principio, dedicarsi esclusivamente alla ricerca: nel 1929, quindi, partecipò al concorso per funzionario dell’Ente autonomo acquedotto pugliese, vincendolo e venendo impegnato soprattutto nel campo delle irrigazioni. Divenne in seguito direttore dell’ufficio di Taranto, firmando, tra gli altri progetti, quelli del grande serbatoio sopraelevato di Lecce e del nuovo acquedotto pugliese. In particolare il serbatoio, da lui ideato quando era ancora un giovane ingegnere, fu all’epoca all’avanguardia per la tipologia strutturale e per alcuni decenni rimase il più grande impianto di tale genere in Europa.
Conseguita nello stesso 1929 la libera docenza in meccanica applicata alle costruzioni, ricevette l’incarico dell’insegnamento di idraulica agraria con applicazioni di disegno presso la facoltà di agraria dell’Università di Bari. Inoltre dal 1938, per un decennio, fu attivo presso l’Istituto di idraulica della facoltà di ingegneria di Napoli, occupandosi anche in quella sede di problemi idraulici in ambito agrario. Nel 1948, su sollecitazione di Ippolito, fu tra i fondatori della facoltà di Ingegneria del capoluogo pugliese, ove fu inizialmente incaricato degli insegnamenti di geometria descrittiva e meccanica razionale e, in seguito, di quelli di idraulica e di scienza delle costruzioni, dando, insieme con Michele Salvati, un importante contributo nelle successive fasi di sviluppo della facoltà. A partire dal 1950, divenuto professore di ruolo nella cattedra di idraulica, fu il primo direttore dell’Istituto di idraulica, nonché preside della facoltà per sette mandati consecutivi, dal 30 novembre 1951 al 31 ottobre 1972, anno in cui fu congedato, inaugurando, come atto finale della sua lunga vita accademica, l’attuale sede di Ingegneria, ubicata nella via oggi a lui intestata. Fu anche, tra l’altro, membro del Consiglio superiore dei lavori pubblici e nel 1958, per alcuni mesi, assessore ai Lavori pubblici del Comune di Bari.
L’intensa attività scientifica di Orabona è stata tratteggiata nel volume sui grandi idraulici italiani del Novecento di Willi H. Hager (2003). Tra i suoi numerosi studi si ricordano quelli sul ‘colpo d’ariete’ in tubazioni a caratteristiche variabili, sul martello idraulico e sui flussi in canali aperti e in tubi pressurizzati usati nell’idraulica agraria. In importanti contributi in materia di acquedotti, stabilì con precisione il metodo di calcolo delle portate, applicandolo al caso dell’Acquedotto Pugliese e studiando la variazione giornaliera e stagionale del consumo d’acqua nei centri urbani serviti da quella infrastruttura. Degni di nota sono gli studi sul proporzionamento dei diametri in funzione della possibile durata di un acquedotto, sul regime di acquedotti a più serbatoi, sul comportamento di condotte semplici di fronte a un moto perturbato conseguente a manovre di chiusura brusca o lenta, sul problema del moto perturbato in una rete di condotte, sul moto delle condotte in pressione. A proposito delle falde profonde con superficie di fondo rappresentata dall’acqua marina, sostenne che la presenza di un’interfaccia alla base delle falde acquifere galleggianti sull’acqua di mare, quando questa invade il continente, sarebbe un’assunzione puramente teorica; a suo parere, all’interfaccia si sostituisce una vera e propria zona di diffusione salina, il cui spessore è funzione della permeabilità del mezzo acquifero e dell’entità di alimentazione della falda, oltre che di altri fattori, tra cui la modalità di captazione.
Nel campo della scienza e della tecnica delle costruzioni, Orabona affrontò lo studio del comportamento delle strutture intelaiate (in particolare, portali con piedritti a sezione variabile), delle superfici a doppia e a semplice curvatura – tra cui quelle utilizzate nei serbatoi e quelle rientranti nella statica delle tubazioni – e delle strutture soggette a pressione di fluidi.
Sul volgere degli anni Trenta, nel corso della progettazione del serbatoio di Lecce, colse l’occasione per una verifica statica delle strutture a volta presenti in simili impianti, che tenesse conto dell’effettivo regime degli sforzi flessionali e non solo di un approssimativo comportamento membranale. Nel riprendere, quindi, gli studi esistenti sull’argomento, li applicò al caso dei serbatoi, calcolando l’entità delle sollecitazioni a flessione e la loro importanza nel dimensionamento di quelle strutture. Si occupò inoltre delle piastre a doppia curvatura come estensione di quelle coniche, nonché del calcolo delle cupole coniche e delle volte cilindriche. Infine approfondì le tematiche relative al comportamento dei tubi nei riguardi della flessione trasversale e di quelli cerchiati in cemento armato.
Il suo ultimo grande successo fu l’organizzazione del XII Convegno biennale italiano di idraulica e costruzioni idrauliche, che si tenne a Bari nel 1970. Ebbe numerosi altri riconoscimenti, tra cui la medaglia d’oro dei Benemeriti della cultura e dell’arte nel 1966; fu inoltre cavaliere di gran croce dell’Ordine equestre del S. Sepolcro e venne insignito della gran croce dello Stato italiano.
Sposato con Emma Gazzara, poetessa e insegnante di lettere, con cui condivise anche la passione per la letteratura classica italiana, ebbe cinque figlie, di cui una precocemente scomparsa.
Morì a Bari il 17 ottobre 1973.
Opere: Tra le principali: Contributo alla teoria dei telai con piedritti a momento di inerzia variabile, Napoli 1928; Calcolo delle piastre a doppia curvatura, con speciale riguardo ai serbatoi sopraelevati in cemento armato, Bari 1929; Nota applicativa sul calcolo delle piastre coniche, in L’ingegnere, IV (1930), pp. 606-616, 662-671; Contributo al calcolo delle strutture cilindriche, ibid., VI (1932), pp. 572-581; Cenni illustrativi sul serbatoio di Lecce, Bari 1933; Sul comportamento statico dei bulloni di tenuta in strutture soggette a pressione di fluidi, ibid. 1933; Cemento armato e autarchia nelle costruzioni di acquedotti, ibid. 1938; Sul comportamento a flessione trasversale dei tubi di grande spessore, ibid. 1939; Indagine di studio su tubi di cemento cerchiato, ibid. 1940; Contributo al calcolo del colpo d’ariete in tubazioni a caratteristiche variabili, in Bollettino del sindacato fascista degli ingegneri di Terra di Bari, XX (1942), pp. 58-67; Acquedotti rurali derivati, Milano 1943; Appunti sulle lezioni di geometria descrittiva, Città di Castello-Bari 1945; Appunti sulle lezioni di meccanica razionale, Bari 1945; Note alla memoria. Considerazioni e ricerche sulla localizzazione delle industrie del prof. U. Toschi, ibid. 1946; Serbatoi di estremità, Roma 1949; Sul regime di acquedotti a più serbatoi, ibid. 1949; Sul moto delle acque profonde nel caso di una falda illimitata intercettata da un numero infinito di pozzi disposti a distanza costante su uno stesso allineamento, in L’acqua, XXVIII (1950), 3-4, pp. 45-53; Indagine sulla deformazione delle onde di pressione nel moto perturbato in condotte con perdite di carico, Roma 1950; Appunti sul calcolo dei serbatoi a sezione circolare: corso di specializzazione in ingegneria idraulica: 1951-52, Napoli 1952; Complementi alla teoria delle piastre coniche, Bari 1953; Sulla convenienza di integrare l’alimentazione idrica delle province pugliesi mediante acquedotto dalle sorgenti del Biferno, Bari 1955; Impostazione del problema del moto perturbato in reti di condotte, Roma 1956; Studio, mediante il metodo delle altezze piezometriche virtuali, del moto perturbato in condotte in pressione, Bari 1956; Acquedotti rurali, con G. Anglani Frega, Bologna 1966; Lezioni di idraulica, Bari 1970.
Fonti e Bibl.: L’opera di E. O., a cura di G. Supino, Bari 1975; B. Poggi, The Italian contribution to research on pressure conduit waterhammer, in Excerpta of the Italian contributions to the field of hydraulic engineering, IV (1989), pp. 67-75; Giornate di studio in onore del prof. E. O. nel centenario della nascita…, a cura di A. Damiani, Cosenza 1999; W.H. Hager, Hydraulicians in Europe 1800-2000: a biographical dictionary of leaders in hydraulic engineering and fluid mechanics, Delft 2003, p. 414; Scienziati di Puglia: secoli V a.C.-XXI, a cura di F.P. de Ceglia, Bari 2007, pp. 566 s.; Appunti di costruzioni idrauliche di E. O., a cura di M. Mossa, Bari 2010.