MARAGLIANO, Edoardo
Nacque da Bartolomeo, commerciante in libri, e da Giovanna Garibaldi, il 1° giugno 1849 a Genova ove, superato il primo ciclo di studi, si iscrisse alla facoltà di medicina e chirurgia. Trasferitosi dal 3° anno del corso nell'Università di Napoli, si formò alla scuola clinica di grandi maestri, quali A. Cantani e S. Tommasi, e si laureò nel 1870. Tornato dopo breve tempo a Genova, vi iniziò l'attività professionale e scientifica come assistente presso la clinica medica universitaria. Nel 1875 conseguì la libera docenza e fu ammesso al concorso per la cattedra di clinica medica dell'Università di Cagliari, peraltro assegnata con decreto reale a E. Galvagni; proseguì comunque nella sua operosità clinica e di ricerca così che, impostosi all'attenzione dell'ambiente accademico, nel biennio 1878-79 gli fu affidato l'incarico dell'insegnamento della patologia generale dall'Università di Genova; nel 1880 l'ateneo cagliaritano lo chiamò a insegnare come professore straordinario clinica medica generale e patologia speciale medica. Dopo un solo anno fece però ritorno a Genova, chiamatovi a dirigere come professore ordinario la cattedra e l'istituto di clinica medica generale e a insegnare la patologia speciale medica dimostrativa. Tenne ancora per un solo anno questo secondo corso - dal 1885 affidato al suo allievo G.B. Queirolo -, nel 1900. Durante la sua direzione dotò l'istituto di clinica medica di un ben attrezzato laboratorio sperimentale in grado di seguire i rapidi progressi della batteriologia e della chimica biologica, e nel 1903 vi fondò il primo dispensario italiano antitubercolare con funzioni non solo diagnostico-terapeutiche, ma anche preventive. Nel corso del primo conflitto mondiale il M. prestò servizio in zona di guerra come maggior generale medico assimilato incaricato sia della direzione dell'Università castrense di Padova (Lezioni di clinica medica tenute nella R. Università di Padova ai militari studenti in medicina, Milano 1920) sia dell'organizzazione dei centri militari di accertamento della tubercolosi, che, essendo il M. favorevole all'esonero dal servizio dei numerosi portatori di tale patologia presenti nell'esercito, riteneva un'istituzione fondamentale (Tubercolosi considerata specialmente in rapporto alla medicina militare, in Giorn. di medicina militare, LXV [1917], pp. 559-572).
L'attività di ricerca del M. fu continua e molto intensa: appassionato studioso dei fenomeni morbosi e dell'uomo malato, recò preziosi contributi in tutti i settori della patologia e della clinica medica, pubblicando un gran numero di articoli.
Tra i suoi lavori più significativi si ricordano gli studi sulla temperatura cerebrale (Ricerche sperimentali e cliniche sulla temperatura cerebrale, in Riv. clinica di Bologna, s. 2, IX [1879], pp. 112-119, 232-236, 265-274; X [1880], pp. 150-160, 203-215, 306-308), su alcuni aspetti della fisiologia e della patologia dei globuli rossi (Sulla resistenza dei globuli rossi del sangue, in Memorie della R. Accademia medica di Genova (1887), 1888, pp. 205-218 e in Lavori dell'Istituto di clinica medica della R. Università di Genova (1886-1887), 1888, pp. 85-100; in collab. con P. Castellino: Sulla necrosi lenta dei globuli rossi in condizioni normali e patologiche, suo valore semejologico e clinico, in Arch. italiano di clinica medica, XXX [1891], pp. 381-440 e Über die langsame Nekrobiosis der rothen Blutkörperchen sowohl im normalen wie auch im pathologischen Zustande und ihren semiologischen und klinischen Wert, in Zeitschrift für klinische Medizin, 1892, vol. 21, pp. 415-458), sull'ematologia (Sulla semjologia e sulla patologia del sangue, in Giorn. internazionale delle scienze mediche, XIII [1891], pp. 321-326), sulla patologia degli stati febbrili e sull'antipiresi (Das Verhalten des Blutgefässe im Fieber und bei Antipyrese, in Zeitschrift für klinische Medizin, 1888, vol. 14, pp. 309-322; Febbre ed antipiresi, in Lavori dei Congressi di medicina interna. Primo Congresso tenuto in Roma nell'ottobre 1888, Milano 1889, pp. 194-225), sulla polmonite (Sulla etiologia e sulla cura della polmonite, ibid, pp. 85-100), sulle nefriti (Sulla terapia delle nefriti, in Boll. delle cliniche, X [1893], pp. 169-182; Note cliniche, chimiche e sperimentali sulle nefriti, in Clinica medica italiana, XLI [1902], pp. 437-448), sulla funzionalità epatica (Sui mezzi di esaminare il fegato e le sue funzioni per lo studio delle malattie epatiche, in Cronaca della Clinica medica di Genova, IX [1903], pp. 49-60).
Si occupò della semeiotica fisica e funzionale di vari organi e apparati, dallo studio della funzionalità cardiocircolatoria alla ricerca del bacillo del tifo nel sangue splenico. Studiò nuovi metodi terapeutici, descrisse numerosi casi clinici e dedicò un particolare interesse alla patologia infettiva. Nella concezione di una medicina aperta anche a una dimensione politico-sociale considerò importanti aspetti sociosanitari di pubblico interesse: La medicina nei suoi rapporti colle questioni sociali, Genova 1883; Sulle misure di pubblica prevenzione contro il colera e specialmente delle contumacie marittime e terrestri in ordine all'esperienza fattane in Italia durante l'ultima epidemia, ibid. 1887; I punti cardinali della idroterapia, ibid. 1895. Si ricordano ancora il suo manuale Rimedi nuovi e nuovi metodi di cura. Manuale di terapia clinica moderna ad uso dei medici e degli studenti (I-II, Milano 1888-89), e la sua collaborazione con A. Cantani alla stesura del Trattato italiano di patologia e terapia medica (I-VIII, Milano 1892-99).
Speciale menzione va riservata ai contributi recati dal M. alla conoscenza della patologia e della clinica della tubercolosi e, in particolare, alla possibilità di immunizzare gli organismi contro l'agente patogeno della malattia. Convinto dai risultati delle sue osservazioni che il bacillo di Koch esercitasse la sua azione patogena attraverso veleni o costituenti cellulari in grado di ledere i tessuti dell'ospite, contro i quali l'ospite stesso reagisce producendo sostanze specifiche in grado di proteggerlo da successive infezioni, il M. considerò la possibilità di indurre nell'organismo una difesa umorale specifica antitubercolare mediante la somministrazione di materiale tubercolare, e di realizzare in tal modo non soltanto un metodo di cura, che aveva a lungo sperimentato con la "linfa di Koch" somministrata per via ipodermica (Sul trattamento della tisi polmonare colla linfa Koch, Milano 1891), ma anche una vera e propria profilassi dell'infezione. Orientate in tale senso le sue ricerche, il M. poté comunicare i risultati delle sue esperienze sulla cura specifica della tubercolosi con il siero antitubercolare e sulla inducibilità di una immunizzazione tramite la somministrazione di bacilli tubercolari morti al congresso internazionale di medicina di Bordeaux nel 1895, a quello della tubercolosi di Berlino del 1899, a quello internazionale di medicina a Madrid nel 1903.
Nel 1903 mise a punto uno speciale vaccino per l'uomo, il "siero Maragliano", largamente sperimentato in Italia, che tuttavia rivelò una scarsa efficacia e che, dopo poco, fu sostituito dalla preparazione del bacillo vivo attenuato di Calmette-Guérin. Secondo la concezione patogenetica del M., vicina alla scuola costituzionalistica, la tubercolosi doveva essere considerata il risultato di vari fattori - biologici, ambientali, sociali - e il bacillo poteva esercitare la sua azione lesiva soltanto in determinate condizioni e su particolari terreni. Tutta la sua dottrina patologica, terapeutica e profilattica fu al centro di vivaci dibattiti e di contrastanti pareri in una classe medica in larga misura tenacemente aderente alle vecchie teorie. Fra i lavori del M. sull'argomento si ricordano: L'antitossina tubercolare, in Clinica medica italiana, XXXIX (1900), pp. 766-783; Sui mezzi che si possiedono attualmente per stabilire la diagnosi precoce dell'infezione tubercolare, in Cronaca della Clinica medica di Genova, IX (1903), pp. 39-44; La lotta e la immunizzazione dell'organismo contro la tubercolosi, ibid., pp. 129-144 e in Clinica medica italiana, XLII (1903), pp. 788-804; Tubercolosi, ibid., pp. 417-429; Specific therapy of tuberculosis and vaccination against the disease, in Medicine News, LXXXIV (1904), pp. 625-636; Über die spezifische Behandlung der Tuberkulose und eine Schutzimpfung gegen dieselbe, in Zeitschrift für Tuberkulose und Heilstätten, VIII (1905), pp. 152-173; Sullo stato attuale della terapia specifica della tubercolosi, in Annali dell'Istituto Maragliano per lo studio e la cura della tubercolosi e di altre malattie infettive, II (1906), pp. 63-66; La immunizzazione contro la tubercolosi, ibid., II (1907), pp. 133-147; Immunità e immunizzazione contro la tubercolosi, ibid., III (1909), pp. 195-210; La vaccinazione preventiva dell'uomo sano contro la tubercolosi, ibid., VII (1909), pp. 67-87. Tradusse, curandone l'edizione italiana e aggiungendovi un proprio capitolo, l'opera di B. Bandelier - O. Roepke, Manuale di diagnostica e terapie specifiche della tubercolosi (Milano 1911). Fu autore anche della monografia Il colera dal punto di vista clinico e terapeutico (Napoli 1910).
Il M. fu un brillante caposcuola e un instancabile organizzatore: formò numerosi, validi allievi, tra i quali Castellino e L. Devoto; provvide all'ammodernamento della sua clinica dotandola delle più progredite attrezzature e, nel 1896, appena un anno dopo la scoperta di W. Roentgen, di un impianto radiologico; per suo interessamento fu istituita a Milano la prima scuola italiana di medicina del lavoro e presso l'Università di Genova la prima cattedra ufficiale di pediatria; organizzò una scuola di tisiologia e corsi di perfezionamento; nel 1900 fondò un istituto, successivamente a lui intitolato, destinato allo studio della preparazione di sieri e vaccini per la cura e la profilassi della tubercolosi; nel 1904 fondò il periodico Annali dell'Istituto Maragliano per lo studio e la cura della tubercolosi e di altre malattie infettive che dal 1946 divenne l'Archivio E. Maragliano di patologia e clinica.
Insignito con la medaglia d'argento dei benemeriti della salute pubblica per l'opera svolta in occasione dell'epidemia di colera del 1884, istituì l'Accademia medica di Genova nel 1885 e, due anni dopo, fu tra i fondatori della Società italiana di medicina interna della quale fu presidente dal 1919 alla morte. Fu preside della facoltà medica e rettore dell'Università di Genova. Lasciato nel 1924 l'insegnamento per limiti di età con il titolo di professore emerito, istituì presso l'ospedale S. Martino una scuola per malattie tubercolari e altre malattie infettive che diresse e nella quale insegnò fino a poco prima di morire.
Partecipò anche alla vita pubblica: nominato senatore il 14 giugno 1900 per la 21ª categoria, prese attivamente parte ai lavori parlamentari occupandosi dei problemi della sanità e dell'istruzione. Fu inoltre membro del Consiglio sanitario della provincia di Genova e del Consiglio superiore della Pubblica Istruzione.
Il M. morì a Genova il 10 marzo 1940.
Fonti e Bibl.: Necr., in Il Policlinico, sez. pratica, XLVII (1940), pp. 909-919; La tisiologia in Italia, in Acta medica Italica, VII (1941), 2, pp. 73-75; G.P. Arcieri, Figure della medicina contemporanea italiana, Milano 1952, pp. 215-241; G. Salvioli, In memoria di E. M., in Annali della Sanità pubblica, 1956, pp. 887-893; B.H. Vassileff, Cinque camici bianchi. La famiglia genovese Maragliano, Genova 1967; A. Dröscher, Le facoltà medico-chirurgiche italiane (1860-1915), Bologna 2002, ad ind.; E. Camarri - U. Carini - P. Giordo, L'arte di curare. L'insegnamento della clinica medica nel percorso della medicina, I, Grosseto 2005, pp. 129-134; Diz. biografico degli Italiani, LI, pp. 781 s. (s.v. Galvagni, Ercole); Enc. Italiana, XXII, p. 203; App. II, II, p. 261.