DAGNINO, Edoardo
Nacque a Palermo il 1° genn. 1876 da Giovanni e Giovanna Devillaine. Allievo. del conservatorio della sua città, studiò sotto la guida di Guglielmo Zuelli diplomandosi in composizione nel 1897. Trasferitosi a Roma, nel 1911 entrò a far parte del corpo insegnante del Pontificio Istituto di musica sacra, dapprima nella scuola di avviamento di pianoforte e in quella d'organo, e dal 10 febbr. 1913 fu nominato professore di storia della musica e lettura critica; a partire dal 1929 gli venne conferito l'incarico di musicologia storica e fu chiamato più volte a sostituire Licinio Refice. Consigliere di biblioteca e membro del consiglio di amministrazione, dal 27 giugno 1938 partecipò attivamente alla vita dell'istituto con una intensa operosità didattica e creativa. Affiancò infatti alla sua attività di insegnante quella di compositore e di critico musicale condotta sempre con estremo rigore e serietà scientifica.
La sua attività di studioso, revisore e traduttore è testimoniata da una serie di scritti tra cui si ricordano: M. E. Bossi, Roma 1925; L'Archivio musicale di Montecassino, estratto da Casinensia, Montecassino 1929, pp. 274-296; Relazione bibliografica sui codici 238 e 242 della Cappella Sistina, in Note d'archivio per la storia musicale, X (1933), pp. 297-313. Collaborò con vari saggi a riviste italiane e straniere e una sua Cronistoriadelle esecuzionisinfoniche romane apparvesulla Revistamusical de Bilbao nel 1911; contribuì a un Festschrift in onore di F. Pedrell (Escrite heortásticos) con il saggio dal titolo L'opera di Pedrell nel movimento musicale moderno (Tortosa 1911) e partecipò inoltre all'edizione dell'opera omnia di T. L. de Victoria diretta dallo stesso Pedrell, di cui aveva tradotto L'evoluzione musicale dellaSpagna, pubblicata in Musica (Roma 1910). Tradusse dal tedesco di P. Manderscheid L'accompagnamento del canto gregoriano (Düsseldorf1911) e di K. Otto Le melodie ambrosiane, studiate soprattutto in rapporto alle gregoriane (Roma 1914). Curò inoltre la traduzione ritmica del poema lirico in tre parti Rudel di Henry Brody, che con il titolo di Le leggende di Rudel e musica di Riccardo Castro fu rappresentato nel 1906 con esito lusinghiero al teatro d'Opera di Città del Messico.
Studioso della tradizione polifonica italiana, si dedicò alla riscoperta del patrimonio del passato e per i Monumenta Polyphoniae Italicae curò l'edizione dell'opera orania di Costanzo Festa di cui pubblicò le Sacrae Cantiones (Roma1936); la rigorosa formazione scientifica che lo guidò nel suo lavoro di ricerca caratterizzò anche la sua attività di critico musicale, anche se il suo stile fiorito e fantasioso, pur rivelando un'attitudine alla divagazione poetica, non è privo di una certa enfasi che tuttavia consente di individuare la sua personalità vivace e brillante manifestatasi con risultati non meno interessanti nella copiosa produzione di compositore.
Delle sue opere di carattere profano si ricordano in particolare: Cinque melodie (Milano 1901-02); Voci delle cose (Roma 1903, vincitore del terzo premio del concorso bandito dallo Stabilimento musicale romano); Serenata (testo di E. Praga), in Natura ed arte, XIII (1904) pp. 1-4; Cinque poesie (Lipsia 1910). Due melodie per canto e pianoforte: Ave Maria, versi di R. Pagliara; Pagina d'album, versidi C. Crida, Milano s. d. Composizioni sacre: Nove mottetti (Milano 1903); 48 Preludi per organo (ibid. 1903); 48 Pezzi per organo (Torino 1903); Mottetti (Parigi 1903, vincitore del quarto premio al concorso internazionale di musica, giuria formata da V. D'Indy e F. A. Guilmant); O rex gloriae, mottetto per l'Ascensione a 4 voci con accompagnamento d'organo (Milano s. d.); Introito per organo oarmonio, (Torino 1904); Meditation perorgano, in Les Ma itrescontemporains de l'orgue (Paris 1914); O vos omnes auna voce, Angelus Domini per coro e accompagnarnento, Fughetta perorgano, in Biblioteca Ceciliana, 1935; inoltre Minuetto per archi, in Nuova musica (1902) suppl. n. 115, pp. 49 ss. Infine curò la revisione del Quartetto per archi Op. 29 n. 1 di F. Giardini (Milano 1934).
Profondo studioso dei classici della polifonia il D. fu assertore convinto del programma di restaurazione della musica sacra propugnato da Pio X; sostenitore tenace del movimento ceciliano, dedicò la sua esistenza alla revisione e alla pubblicazione dell'opera omnia di Pierluigi da Palestrina. Per i suoi meriti artistici fu nominato membro dell'Associazione dei musicologi italiani, socio della Société internationale de musicologie di Basilea e della Regie Deputazioni di storia patria per la Liguria e la Sicilia, cavaliere dell'Ordine pontificio di S. Gregorio Magno. I suoi interessi non furono comunque rivolti soltanto al patrimonio religioso tradizionale ma si occupò attivamente pure della produzione contemporanea, contribuendo egli stesso ad un rinnovamento del repertorio anche profano con una serie di composizioni in cui emerge una naturale freschezza d'invenzione sostenuta da una sicura padronanza del mestiere che contribuì a lasciare un ricordo quanto mai vivo della sua sensibilità artistica e della sua musicalità maturata all'ombra della scuola romana; contribuì molto alla sua formazione il sodalizio artistico con Raffaele Casimiri che gli fu amico e ideale maestro e soprattutto nelle sue composizioni religiose, oltre ad una melodia sempre viva, pura ed ispirata, si avverte una profonda spiritualità a testimonianza di una convinta fede religiosa. Tra l'altro fu membro della Internationale Gesellschaft für Erneurung der katholischen Kirchenmusik di Francoforte sul Meno, dove prese parte ai lavori insieme a F. Torrefranca, G. Cesari ed E. Desderi in occasione del primo convegno tenutosi dal 23 al 26 ott. 1930; nello stesso anno una sua composizione, Campane per soprano e pianoforte, fu eseguita alla mostra di musica contemporanea a cura del Sindacato nazionale fascista musicisti nella sala accademica dell'Accademia di S. Cecilia (1° giugno). Partecipò più volte alle settimane dell'Accademia musicale Chigiana di Siena, collaborando agli adattamenti delle musiche insieme a V. Mortari, A. Casella, R. Nielsen, V. Frazzi, G. F. Malipiero, F. Torrefranca in occasione delle settimane celebrative degli Scarlatti (15-20 ott. 1940) e della Scuola veneziana dei secoli XVI-XVIII (5-10 sett. 1941). Ottimo didatta, profuse i doni della sua umanità e della sua profonda cultura in una lunga attività d'insegnante esercitata con modestia e umiltà, nell'intento di fornire ai numerosi allievi una rigorosa formazione artistica ed umana.
Morì a Roma il 30 genn. 1944.
Bibl.: Necr., in L'Avvenire, 1° febbr. 1944; Il Messaggero, 31 genn. 1944; Il Giorn. d'Italia, 2febbr. 1944; L'Osservatore romano, 4 febbr. 1944; Atti del Settimo Congresso di musica sacra. Torino 6-8 giugno 1905, Torino 1905, pp. 88 s.; R. Accad. di S. Cecilia, Iconcerti dal 1895 al 1933, II, Roma 1933, p. 488; C. Schmidl, Dizionario univ. dei musicisti, I, p. 398 e suppl., p. 231; A. De Angelis, Dizionario dei musicisti, pp. 161 s.; A. Anglés-J. Peña, Diccionario de la Musica Labor, I, p. 674; Diz. musicale Larousse, I, p. 469; La Musica, Diz., I, p. 472; Encicl. della Musica Rizzoli Ricordi, II, p. 226.