CARACCIOLO, Edoardo
Figlio di Lorenzo e di Maria Serafina Vitanza, nacque a Palermo il 30 nov. 1906; si laureò presso l'università di quella città in ingegneria civile nel 1930 e, l'anno successivo, in architettura. Allievo di Emesto Basile, il C. vide nel suo maestro l'architetto che "nella sua essenza umana" precorre "l'essenza suadente" delle piccole democrazie europee. Questo interesse per gli aspetti umani e sociali connessi con l'architettura lo indusse a orientare i propri studi verso la disciplina urbanistica e lo spinse a conseguire la specializzazione alla scuola di urbanistica presso l'università di Roma. Nel 1933 iniziò l'attività didattica come assistente alla cattedra di urbanistica e poi a quella di architettura tecnica della facoltà di ingegneria di Palermo; successivamente ricevette l'incarico, presso la facoltà di architettura della stessa città, di storia dell'architettura (1944-46) e poi di urbanistica (1947); di questa ultima cattedra divenne titolare nel 1957.
Questo variare di interessi rientrava nella personalità del C., che, partendo da una formazione tecnica e storica, giunse a comprendere tutta l'attività umana nel campo delle discipline urbanistiche. L'idea dello stretto collegamento fra architettura e urbanistica e l'inquadramento della pianificazione urbana nel generale contesto della storia dell'architettura e del territorio furono alla base del suo insegnamento. La necessità di integrare i vari settori rifletteva, inoltre, il bisogno di superare i tradizionali limiti dell'architettura, legata a una concezione accademica che il C. rifiutava.
La sua posizione si collegava con quella di una larga parte della cultura architettonica italiana, che, dopo la caduta del fascismo, volle risolvere i problemi della ricostruzione partendo dalle realtà ambientali e dalle necessità dell'uomo. Le proposte architettoniche e le ipotesi urbanistiche del C. vennero formulate nell'intento di riproporre insediamenti basati sul modello di una organizzazione spaziale che nascesse dai rapporti "conignitari", e su una partecipazione diretta delle persone alla vita democratica. L'azione del C. per una urbanistica "dal basso" si precisava, da un lato, in un pensiero teorico, che va dagli interventi, a partire dal 1948, nei congressi nazionali di urbanistica, al libro Tre lezioni di urbanistica. Economia,abitabilità,legislazione, Palermo 1954; dall'altro, in un'attività professionale indirizzata prevalentemente nella redazione di piani regolatori generali: Caltanissetta (1943), Trapani (1944 e 1958), Palermo (1955: vedi Urbanistica, XXV [1955], 1516, pp. 132 ss.), e nella sistemazione urbanistica di quartieri per l'edilizia economica e popolare: quartiere Zisa-Quattro Camere a Palermo (1950: vedi Urbanistica, XX [1951] 7, p. 41), quartiere Cucinotta a Catania (1953).
Il C. morì a Palermo il 15 apr. 1962.
Fra i suoi scritti principali si ricordano: L'organizzazione urbanistica romana nella Sicilia occidentale (1938), in Atti del III Convegno nazionale di storia dell'architettura, Roma 1940, pp. 309-321; L'architettura dell'Ottocento in Sicilia (1950), in Atti del VII Congresso nazionale di storia dell'architettura, Palermo 1956, pp. 199-212; Ambienti edilizi nella città sul Monte Erice, in Archivio storico siciliano, s. 3, IV (1950-51), pp. 183-257; La pianificazione urbanistica nell'attuale contingenza economica (1952), in Atti del IV Conv. naz. di urbanistica, Roma 1953, pp. 31-36; La pianificazione delle regioni ital. (1952), ibid., pp. 247-260; Quindici anni di architettura ital., in Casabella, 1961, n. 251, pp. 12-14.
Le principali opere architettoniche del C. sono: l'albergo di Mondello (1952: vedi L'Architettura, 1955, n. 1, pp. 17-20); il palazzo della Regione a Palermo (1953: ibid., n. 4, pp. 518-528); il villaggio dei pescatori a Trapani (1960). Fra gli interventi urbanistici più significativi, oltre ai già ricordati piani regolatori e sistemazioni di quartieri, si ricordano: la sistemazione della zona industriale di Termini Imerese (Palermo) del 1947, il piano territoriale di coordinamento del Palermitano (1955) e il piano regolatore generale di Erice (1958: vedi Urbanistica, XXIX 1960, n. 32, p. 88).
Bibl.: L. Quaroni, In mem. di E. C., in Urbanistica, XXXI (1962), 36-37, pp. 137 ss.; L. Natoli Di Cristina, E. C. primo urbanista siciliano, in Quaderni della facoltà di archit. dell'università di Palermo, 1964, n. 6, pp. 7 ss.