Poeta e saggista italiano (Palermo 1912 - Roma 1996). Trasferitosi con la famiglia a Roma, condusse vita appartata, povera di episodi significativi, se si esclude la morte di un fratello maggiore, da lui molto amato, nel 1928. Sovente polemico verso la società delle lettere (note le diatribe con A. Moravia e G. Ungaretti), fu a lungo trascurato dalla critica ed è stato ignorato dalle principali antologie della poesia novecentesca. Coltivò una poesia intrisa di speculazione filosofica, i cui referenti più immediati devono individuarsi nella temperie manieristico-barocca europea e nei metafisici inglesi. Scrisse due saggi filosofici: il voluminoso L'identificazione intera (1951), libro a lungo meditato, riassunto di una sofferta esperienza conoscitiva in forma di racconto autobiografico, e Dal dire al fare, cioè: la lezione delle cose (1967). Molte le opere poetiche, dove perizia metrica e virtuosismo letterario si associano a una forte tensione raziocinante dando luogo a un discorso aspro ed enigmatico: La restituzione (1955); Lo specchio e la trottola (1960); Tutti i poteri: cinque presentimenti (1969); Ma chi è qui il responsabile? (1974); La puntura dell'assillo (1986); Graduali (1986), in cui sono raccolte le sue prime poesie; Carichi pendenti (1989); Itto itto (1994). Ha lavorato sino all'ultimo all'antologia personale Il discorso a meraviglia: poesie scelte dall'autore medesimo (post., 1996), che comprende anche alcune dense pagine di prosa.