BRIZIO, Edoardo
Archeologo e paletnologo, nato in Torino il 3 marzo 1846, morto in Bologna il 5 maggio 1907. Alunno della prima scuola archeologica italiana dal 1868 al 1871, si dedicò specialmente agli studî pompeiani; dal 1872 al 1876 visse a Roma, funzionario delle Antichità e Belle arti, occupandosi di antichità etrusche e di monumenti di Roma. Nel 1876 ebbe la cattedra di archeologia nell'università di Bologna, dove rimase sino alla morte. Dal 1881 diresse il Museo civico di Bologna; dal 1887 fu direttore, poi soprintendente agli scavi di antichità per l'Emilia e le Marche. Fu socio nazionale dell'Accademia dei Lincei dal 1902.
Il B., che nei primi anni della sua attività scientifica si era dedicato esclusivamente all'archeologia classica, rivolse a Bologna la sua attività alla paletnologia e in questo campo lasciò orma durevole. Ampia e profonda fu la sua attività, di cui sono documento i numerosi scritti inseriti nel Giornale degli scavi di Pompei, negli Annali e nel Bullettino dell'Istituto di corrispondenza archeologica, nella Nuova Antologia, negli Atti e Memorie della R. Deputazione di storia patria per la Romagna (v. specialmente l'ampia monografia La provenienza degli Etruschi, 1885), nei Monumenti antichi dei Lincei (memorie sugli scavi di Marzabotto, 1890; sulla necropoli di Novilara, 1895; sul sepolcreto gallico di Montefortino, 1899) e nelle Notizie degli Scavi di Antichità; notevole, come quadro di assieme, la parte: Epoca preistorica, in Storia Politica d'Italia scritta da una Società di professori, Milano 1898.
Le teorie del B. nel campo paletnologico contrastavano assai con quelle di L. Pigorini. Il B. riconosceva nei terramaricoli non già degli Indoeuropei o Italici, ma dei Liguri; sosteneva uno iato tra civiltà terramaricola e civiltà villanoviana, la quale ultima civiltà egli attribuiva agli Umbri; dichiarava il popolo etrusco di origine transmarina, conformemente alla tradizione erodotea, e riteneva gli Etruschi pervenuti sulle coste del Tirreno con gli elementi della fastosa civiltà orientalizzante.
Merito non lieve del B. è quello di aver fatto conoscere con scavi, da lui sapientemente illustrati, la civiltà picena.
Pur dedicandosi con fervore ai problemi paletnologici, il B. non trascurò del tutto l'archeologia classica, che egli seguitò a coltivare specialmente nella scuola. Poiché fu insegnante di grande valore e non pochi si avviarono sotto la sua guida agli studi archeologici.
Bibl.: L. Mariani, E. B., in Ausonia, II (1907), pp. vi-xi; G. Ghirardini, E. B., in Atti e Memorie della R. Deputazione di Storia Patria per la Romagna, 1909, pp. 376-416.