Critico e narratore statunitense (Red Bank, New Jersey, 1895 - Talcottville, New York, 1972). Sensibile ai fattori storici e sociali che contribuiscono a formare la creazione letteraria, W. si affermò come personalità di grande prestigio grazie soprattutto alla sua attività di critico letterario.
Diplomatosi all'univ. di Princeton (1916), partecipò alla prima guerra mondiale nello stesso corpo di ausiliari della croce rossa cui appartennero E. Hemingway, E. E. Cummings e J. Dos Passos. Iniziò quindi una brillante carriera di giornalista, recensore e editorialista (Vanity Fair, 1920-21; The new republic, 1926-31; The New Yorker, 1944-48). A queste attività affiancò quella di critico letterario, a partire da Axel's castle (1931; trad. it. 1965), uno studio rimasto poi famoso per aver originalmente esposto le radici simboliste dei maggiori interpreti del modernismo, cui seguirono, tra gli altri, The boys in the backroom: notes on California novelists (1941), The wound and the bow (1941; trad. it. 1956), The shores of light (1959), importante contributo sulla letteratura americana degli anni Venti e Trenta, e Patriotic gore: studies in the literature of American civil war (1962). Tra i maggiori esegeti della lost generation, curò l'antologia critica The shock of recognition (1943), e dedicò particolare attenzione alla figura dell'amico F. S. Fitzgerald, del quale pubblicò, dopo la morte, l'ultimo romanzo (The last tycoon, 1941) e i taccuini (The crack-up, 1945). Al periodo in cui W. si avvicinò temporaneamente al marxismo risalgono i due studi a sfondo storico-politico Travels in two democracies (1936) e To the Finland station: a study in the writing and acting of history (1940; trad. it. Biografia di un'idea, 1949). La sua produzione include anche due romanzi (I thought of Daisy, 1929; Galahad, 1957), la raccolta di racconti Memoirs of Hecate county (1946; trad. it. 1970) e due autobiografie (A piece of my mind, 1965; A prelude, 1967). Tra i volumi postumi, Letters on literature and politics (1977).