Compositore russo (Tomsk 1929 - Parigi 1996). Nel suo stile compositivo, che si è evoluto dalle tecniche seriali verso una sempre maggiore linearità di scrittura melodica e ritmica, D. ha volutamente limitato il proprio vocabolario e rare sono le citazioni del passato o le incursioni in altri generi musicali, tranne per il riferimento al jazz.
Dopo essersi laureato in matematica, grazie al sostegno di D. D. Šostakovič poté compiere gli studi musicali al conservatorio di Mosca, dedicandosi in particolare allo studio dei classici del Novecento (Stravinskij, Bartók), della seconda scuola di Vienna e delle avanguardie contemporanee. Dal 1961 fino alla morte fu docente di composizione, analisi musicale e strumentazione al conservatorio di Mosca. La sua opera subì gravi limitazioni in patria a causa delle direttive estetiche del governo e delle associazioni ufficiali preposte, e solo alla fine degli anni Ottanta i suoi lavori cominciarono a essere regolarmente eseguiti e conosciuti in patria e all'estero. Nel 1990 contribuì alla rifondazione in URSS dell'Associazione per la musica contemporanea, disciolta nel 1932, e dell'ensemble a essa collegato.
Tra le composizioni degli anni Sessanta e Settanta ricordiamo la cantata Le soleil des Incas (1964), Signes en blanc per piano (1974), il ciclo La vie en rouge su testi di B. Vian (1973), il Concerto per violino (1977, dedicato a G. Kremer) e altri concerti per strumento e orchestra, spesso commissionati da eminenti solisti. A partire dagli anni Ottanta, periodo di maggior maturità compositiva, hanno visto la luce tra gli altri il Requiem (1980), le opere L'écume des jours (1981) e Quatre filles (1986), i Concerti per viola (1986), oboe (1986), clarinetto (1989), chitarra (1991) e per flauto, clarinetto e orchestra (1996). Oltre al Requiem, temi religiosi trovano spazio nelle due Sinfonie (1987 e 1996) e negli oratori Histoire de la vie et de la mort de notre Seigneur Jésus Christ (1992) e Morgentraum (1993).