CURCIO, Edgardo
Figlio di Ildefonso, avvocato, e di Maria Concetta Renda, figlia dell'architetto Nicola, nacque a Napoli il 12 ag. 1881. Frequentò per un breve periodo l'Istituto di belle arti, ma la sua formazione avvenne presso la scuola libera di G. Boschetto che, proseguendo l'eredità morelliana, entrò in concorrenza con i corsi regolari dell'istituto. Fra il 1905 e il 1906 il C. si recò a Roma dove abitò in via Ripetta e frequentò la scuola libera di nudo di via Margutta. Non perse i contatti con Napoli; di tanto in tanto tornava allo studio del Boschetto e partecipava alle iniziative dei suoi amici. Collaborò, infatti, ad organizzare nel 1909 l'Esposizione giovanile d'arte, tenuta al rione Amedeo, cui parteciparono anche E. Pansini, E. Viti, R. Uccella, S. Gatto, F. Casorati (che in quel periodo soggiornava a Napoli). Questa mostra, che si differenziava dalle iniziative del Circolo artistico o della Promotrice Salvator Rosa, costituì il banco di prova del gruppo che Ricci (1981) ha chiamato "Secessione del 23", con un richiamo esplicito alle secessioni tedesche e austriache. Il successo dell'Esposizione giovanile indusse il gruppo a ripetere l'esperienza allargandola a livello nazionale nel 1912 e nel 1913. Nel 1911 Pansini raggiunse il C. a Roma e insieme visitarono l'Esposizione internazionale di Valle Giulia riportandone una forte impressione: Zuloaga, Anglada, Klimt e F. von Stuck costituivano le maggiori attrazioni nel panorama internazionale. Il C., che a Roma aveva cominciato a seguire l'indirizzo divisionista del napoletano E. Lionne, del giovane Balla e di C. Innocenti, rimase affascinato da Klimt. Senza divenire mai un seguace pedissequo del pittore austriaco, ne assorbì tuttavia la lezione dal punto di vista sia tecnico sia compositivo. Quando nel 1916 Boccioni scrisse il Manifesto dei pittori meridionali, il C. compare tra i pittori e scultori napoletani a cui è indirizzato (Archivi del Futurismo, I, Roma 1958, p. 90).
Durante la sua breve vita il C. partecipò a varie mostre: nel 1912 alla XXXV Promotrice di belle arti "Salvator Rosa", l'anno seguente alla II Esposizione nazionale giovanile d'arte, tenuta a Napoli, e alla Mostra artistica giovanile di Venezia; nel 1914 espose alla Mostra temporanea d'arte alle Tamerici, a Montecatini, e nel 1915 alla II Esposizione nazionale di belle arti a cura del Comitato rinascimento artistico meridionale, aperta a Napoli. Con lo scoppio della guerra il C. aveva sospeso la sua attività pittorica e per un anno non espose nulla. Tornò ad esporre nel 1917 alla XXXVIII Promotrice di belle arti e poi alla Mostra giovanile alla galleria Floridiana nel 1920. Il 1921 fu un anno denso di attività: partecipò alla I Biennale romana, alla Esposizione Circolo Politecnico di Napoli, alla I Mostra nazionale dei grigio-verdi, alla I (ed unica) Biennale nazionale d'arte di Napoli. L'anno successivo espose alla XI, Promotrice napoletana, all'Esposizione fiorentina primaverile, alla I Mostra d'arte moderna alla Fiera campionaria di Napoli, alla Quadriennale nazionalediAsti tenuta a Torino e infindalla Mostra primaverile di "Fiamma", aperta a Roma.
Il C. morì a Torre del Greco (Napoli) il 23 ag. 1923 per una banale caduta da una scala.
Alla II Biennale di Roma del 1923 fu presentata una retrospettiva che faceva il bilancio della sua attività e ne sancì la validità all'indomani della precoce scomparsa.
Fra le sue prime opere ci è giunta Fanciulla in giardino (1908), dove compare la sua particolare sintesi formale mediante pennellate larghe e geometriche. Il modellato diviene via via più sintetico, risentendo delle ricerche postcézanniane e precubiste nel Ritratto del fratello Carlo o nello scorcio di Ponte Sant'Angelo (entrambi del 1911 c.). Tuttavia la ricerca stilistica del C. non èunivoca; si mostra incline, infatti, da un lato a proseguire la lezione napoletanadiPalizzi improntata al verismo, dall'altro a dare corpo con una pennellata sfrangiata e sommaria a una materia cromatica ricca che delinea sinteticamente le figure abolendo tono e chiaroscuro. Questi due modi si alternano, per cui è impossibile distinguere cronologicamente le varie fasi stilistiche. Ancora in un dipinto tardo, Vacche (1920: Salerno, Cotoniere meridionali) questi due criteri appaiono compresenti. Fra i suoi temi è ricorrente quello della figura femminile, ritratta in giardino o in interno. Significativi sono i tre quadri a soggetto femminile, senza titoli e indicati solo con un numero progressivo, che furono presentati all'esposizione del Comitato del rinascimento artistico meridionale nel 1915: sono realizzati con un disegno sintetico e un raffinato uso dei colori vivificati da una forte luminosità. In un gruppo di opere eseguite fra il 1915 e il 1920 l'attenzione del C. è rivolta al postimpressionismo di Gauguin e dei pittori di Pont-Aven (in particolare E. Bernard). Il modellato sintetico si organizza in ampie zone di colore puro "cloisonnées", la prospettiva viene ribaltata.
L'opera del C., per il suo sintetismo, fu accusata di cartellonismo. Non è escluso che égli abbia guardato anche alla produzione di. manifesti di artisti come Toulouse Lautrec, ma nella sua ricerca c'è un'atmosfera più intima e dimessa che semmai richiama la pittura d'interni di Bonnard e Vuillard. Le donne del C., come nel quadro Tèingiardino (1915, presso il Comune di Napoli che possiede anche Alla fontana), rientrano nella categoria della "mondanità onesta" (Geraci, 1916, p. 305). Il C. sarà, infatti, lontano da ogni sorta di intellettualismo così come "aborrirà ogni atteggiamento maledetto": è un borghese intelligente, illuminato, sensibile ... legge e apprezza i poeti crepuscolari e decadenti: Verlaine, Corazzini, Govoni, Gozzano. Gli ultimi suoi dipinti vivevano esplicitamente il legame con quelle poetiche, (Ricci, 1976, p. 64). Nell'ultimo periodo (1920-23) la sua produzione assume una fisionomia caratteristica: i paesaggi (Chiatte al porto, Finestra con albero) e i numerosi interni (Notturno, Nudino, ecc.) mostrano una tecnica divisionista condotta agli estremi, con pennellate abbreviate il più possibile. Agli estremi è condotta anche la ricerca luministica che in una delle sue ultime opere, La veste gialla (1923), raggiunge "luminosissimi effetti cromatici, dal luccichio quasi dorato che sfiora i preziosismi della pennellata klimtiana" (Brancaccio, 1979, p. 281).
Le opere del C. sono conservate per lo più presso gli eredi e in collezioni private; alcune a Napoli, presso il Circolo artistico politecnico.
Fonti e Bibl.: Necrol. di R. Ricciardi, L'estremo commosso saluto degli amici e degli ammiratori ad E. C., in Giorn. della sera, 26 ag. 1923; M. D'Ippolito, La II Espos. nazionale di belle arti alla "Tarsia", in Il Giorno, 2 marzo 1913; 21 maggio 1913; G. Sogliano, La seconda Esposizione nazionale di belle arti del Comitato naz. artistico giovanile, in Don Marzio, 27-28 febbr. 1913; D. Angeli, La mostra artistica giovanile a Napoli, in Giornale d'Italia, 28 marzo 1913; A. Lancellotti, La seconda Espos. nazionale d'arte a Napoli, in Emporium, XXXVII (1913), pp. 309, 314; R. Labadessa, L'Espos. nazionale di Napoli, in Rass. pugliese di sc., lett. ed arti, XXX (1913), p. 204; M. Milone, Esposiz. artistica "Rinascimento", in Vela latina, III (1915), 45, p. 184; Id., Esposiz. "Rinascimento", Napoli, in L'Artista moderno, 25 dic. 1915, pp. 374 s.; A. Macchia, Pittori e scult. alla prima Esposiz. naz. d'arte, in Cronaca bizantina, 16 genn. 1916, p. 12; F. Geraci, La I Esposiz. naz. d'arte a Napoli, XLIII (1916), pp. 303, 305; G. Polisiero, La Pittura impressionista e E. C., in Don Marzio, XXXVII, 13-14 maggio 1917; L. Giusso, Una visita allo studio di E. C., in Giornale della sera, 7-8 sett. 1920; D. Petriccione, La prima Esposiz. biennale nazionale d'arte della città di Napoli, in Roma della domenica, 4 sett. 1921; E. Curcio, Pittura in decadenza, in Le Battaglie del Mezzogiorno, 8-9 dic. 1922, p. 3; A. Lancellotti, E. C., in Seconda Biennale romana. Mostra internaz. di belle arti (catal.), Roma 1923, pp. 119-23; A. Macchia, Un artista morto. E. C., in Corriere d'Italia, 26 ag. 1923; S. Scognamiglio, Un artista scomparso. E. C., in Il Mezzogiorno, 28 agosto 1923; L. Accardi, E. C., in Corriere di Napoli, 31 agosto 1923; G. Marone, A capo scoperto: E. C., in Il Sagittario (Viareggio), nov-dic. 1923; E. Pansini, Ricordi su E. C., in Cimento (Napoli), III (1923), 6, pp. 113 ss.; IV (1924), 7, pp. 137 s.; IV (1924), 8. pp. 161 s.; II, pp. 225 s.; C. Curcio, Un maestro d. scuola napol. di pittura: E. C., in Riv. d'Italia e d'America, III (1925), pp. 61 ss.; M. D'Orsi, Pittori: E. C., in Lo Stato, 6 dic. 1926; L. Vergine, Napoli '25-'33, Napoli 1971, pp. 15 s.; V. Corbi, Pittura e scultura dal 1860, in Storia di Napoli, X, Cava dei Tirreni 1971, p. 375; P. Ricci, Arti figurative a Napoli dall'età umbertina al tempo del liberty, Napoli 1976, pp. 16 s., 19 ss., 23, 26, 36-49, 64, 76, 84; M. Picone Petrusa, L'Ottocento e cenni sul Novecento, in Campania, Milano 1978, p. 505; L. Brancaccio, Tre artisti nel periodo floreale a Napoli: R. Uccella, E. Pansini, E. C., tesi di laurea, università di Napoli, anno acc. 1978-79; P. Ricci, Arte e artisti a Napoli. 1800-1943, Napoli 1981, pp. 47, 77, 94 s., 113 ss., 117-22, 124, 134, 138, 140 s., 143, 148, 150, 152; Cento dipinti dell'Ottocento della collez. del comune di Napoli, Napoli s. d., p. 32.