QUINET, Edgar
Nato a Bourg-en-Bresse da madre protestante il 17 febbraio 1803, storico, filosofo, poeta, uomo politico, uno dei padri, come disse il Gambetta, della democrazia francese, morto a Parigi il 27 marzo 1875. Ventiduenne, tradusse le Ideen zur Philosophie der Geschichte der Menschheit del Herder con una introduzione che suscitò l'entusiasmo di V. Cousin. Nel 1830, di ritorno dalla Morea, dove aveva fatto parte della commissione scientifica dell'Institut, pubblicò: De la Grèce moderne et de ses rapports avec l'antiquité. Fu poi in Italia e in Germania, e dell'uno e dell'altro paese parlò in due volumi (Allemagne et Italie, 1839) e in importanti articoli della Revue des Deux Mondes. Ma soprattutto lo attrassero la storia delle religioni e la filosofia della storia. Nel 1839 ebbe la cattedra di letterature straniere nell'Accademia di Lione, e nel 1841 quella di letteratura francese nel Collège de France. Democratico convinto, in rapporti personali o epistolari con i maggiori rappresentanti del liberalismo europeo (anche col Berchet, col Mazzini e poi col Garibaldi e col Carducci), assalì dalla cattedra, con grande violenza, i gesuiti (1841) e l'ultramontanismo (1844), manifestando idee così spinte che il Guizot, nel 1846, credette opportuno sospendere le sue lezioni. Nel febbraio 1848 fu tra gl'insorti contro Luigi Filippo, e poi restituito alla sua cattedra, rappresentò il dipartimento dell'Ain nella Costituente e nella Legislativa. Con due discorsi e con un opuscolo combatté allora la spedizione francese contro la Repubblica romana. Esiliato il 9 gennaio 1852, si stabilì a Bruxelles, dove passò a seconde nozze (21 luglio) con la figlia del patriotta e poeta romeno Giorgio Asachi. In quell'anno stesso apparve il secondo volume delle Révolutions d'Italie (il primo era uscito nel 1848). L'esilio rese più che mai intensa la sua attività politica e letteraria. Del 1858 sono l'Histoire de mes idées e la Philosophie de l'histoire de France. Trasferitosi nel villaggio di Veytaux sul Lago di Ginevra (1858), pubblicò, tra l'altro: La Révolution (1865, voll. 2), che è forse il suo capolavoro; France et Italie (1867); La question romaine devant l'histoire (1867); La Création (1870): vasta sintesi ispirata dal Darwin. Il 4 settembre 1870 accorse a Parigi e vi rimase durante tutto l'assedio. Poi fece parte della Legislativa e sedette sempre all'estrema sinistra. Nel 1874 riassunse le sue idee in un'opera intitolata: L'esprit nouveau, che è documento dell'evoluzione del pensiero liberale europeo nel sec. XIX.
Le sue opere, in voll. 30, furono pubblicate, tra il 1877 e il 1882, da sua moglie. Di questa vanno ricordate inoltre le seguenti opere: Mémoire d'exil (voll. 2, 1868 e 1870); Lettres d'exil (voll. 4, 1844); L. Q. avant l'exil (1888); E. Q. depuis l'exil (1889); Cinquante ans d'amitié (1893), per i rapporti del Q. col Michelet.
Bibl.: P. Bataillard, L'oeuvre philosph. et sociale d'E. Q., Parigi 1846; Ch.-L. Chassin, E. Q., sa vie et son oeuvre, ivi 1859; R. Heath, E. Q., His early life a. writings, Londra 1991; J.-J. Kaspar, La révol. relig. d'après E. Q., Parigi 1906; O. Wenderoth, Der junge Q. u. seine Übersetz. von Herders Ideen, ecc., Tubinga 1906; C. Pellegrini, E. Q. e l'Italia, Pisa 1919 (e anche: F. Neri, in Giorn. stor. della letter. ital., 1921, p. 219 segg.).