ECTEMORI (gr. ἑκτήμοροι da ἕκτος "sesto e μέρος "parte")
L'esistenza di questa classe sociale in Grecia è attestata da Aristotele e da Plutarco, nonché da fonti seriori. In base a queste testimonianze, frammentarie, si è pensato che l'ectemorato fosse una specie di credito agrario, per il quale il proprietario anticipava al contadino bisognoso una somma che sarebbe stata pagata in natura col sesto del prodotto: è possibile che tale concessione fosse fatta a condizioni così vantaggiose solo nel periodo iniziale in cui occorreva dissodare la terra, ma che le condizioni cambiassero quando la terra poteva rendere il massimo della produzione: poteva allora verificarsi un'antitesi tra condizioni di diritto e di fatto. L'ectemorato sembra sia finito con le riforme rivoluzionarie di Solone: almeno nell'antichità non ne è rimasta che una languida memoria.
Bibl.: G. De Sanctis, 'Ατϑίς, 2ª ed., Torino 1912, p. 196; Niccolini, in Rivista di storia antica, VII, p. 673; E. Meyer, Geschichte des Altertums, II, Berlino 1910 segg., p. 642 seg.; J. Beloch, Griech. Geschichte, 2ª ed., I, i, p. 295, n. 3; G. Busolt, Griech. Gesch., 2ª ed., II, Gotha 1895, p. 244, n. 1; Swoboda, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., VII, coll. 2802-2803.