ecosistema
Porzione di biosfera delimitata naturalmente, in cui un insieme di organismi animali e vegetali interagiscono tra loro e con l’ambiente che li circonda, un complesso bio-geo-chimico dinamico caratterizzato da una unitarietà strutturale e funzionale. È una unità che include gli organismi viventi insieme in una certa area (comunità biotica o biocenosi), interagenti con l’ambiente fisico (biotopo), in modo tale che un flusso di energia porti a una ben definita struttura biotica e a una ciclizzazione dei materiali fra viventi e non viventi all’interno del sistema (H.T. Odum, Environment, power and society, 1971).
Vi sono unità ecosistemiche spazialmente definibili, evolutive; ve ne sono di molti tipi e a diverse scale, da molto piccole (anche una pozzanghera effimera nella savana o un tronco d’albero caduto possono essere considerati e.), a molto grandi (i deserti, le grandi foreste boreali, gli oceani), a intermedie, come nel caso dei bacini idrografici.
Sulla Terra sono presenti alcune tipologie di e. naturali fondamentali, definite sulla base della loro struttura ricorrente; gli e. forestali, quelli delle praterie e delle savane, gli e. lotici (delle acque correnti), quelli lentici (delle acque ferme) di acqua dolce (a loro volta distinti in laghi e sistemi palustri), gli e. salmastri e quelli marini.
Sempre più importanti, quantitativamente e per la loro capacità di costituire fattori limitanti per l’intero pianeta, sono diventati gli e. antropici (artificiali), quelli prodotti dalle attività umane: gli agroecosistemi delle aree coltivate e gli e. urbani.
A livelli intermedi si formano mosaici in cui unità ecosistemiche differenti si combinano in modi differenti scambiandosi, comunque, reciprocamente acqua, materia, energia, organismi: gli ecomosaici. Di interesse prioritario, dal punto di vista della futura evoluzione del pianeta, gli ecomosaici sono ormai diventati quelli determinati dalle attività umane: la combinazione di e. urbani, di agroecosistemi e di corsi d’acqua con caratteristiche dettate in modo significativo dalle immissioni di acque usate. Si parla in questo caso di e. a livello di paesaggio. Il più grande degli ecomosaici è quello a livello planetario, l’ecosfera. L’interazione fra ambiente e attività umane ha portato addirittura a definire la attuale era geologica come ‘atrocene’.
In un e. vi sono fattori fisico-chimici fondamentali per la vita, soggetti a macro-flussi, tra loro in relazioni dinamiche ricorrenti, determinate anche in modo più o meno significativo dall’azione degli organismi viventi. Si parla in questi caso di cicli biogeochimici; i più importanti sono il ciclo dell’acqua e quelli del carbonio, dell’azoto, del fosforo. Vi sono poi scambi di sostanze interni alla componente biotica dell’e., attraverso i rapporti alimentari tra le specie. Si parla in questi casi di catene alimentari (o trofiche), in cui sono distinguibili i diversi livelli della produzione e del consumo di materia organica. All’interno di un e. possono crearsi intrecci alimentari anche complessi, reti trofiche (o alimentari), entro cui l’energia scorre in modo articolato, sulla base di equilibri dinamici specifici, che si formano all’interno di ogni unità ecosistemica e che coinvolgono anche scambi con le unità ecosistemiche dell’ecomosaico circostante.
Il concetto di rete diventa sempre più centrale nel campo degli ecosistemi. In particolare, con il termine di reti ecologiche si intende ormai l’intreccio tra le esigenze dei flussi di esseri viventi (con specifica attenzione alla componente mobile della biodiversità), di quelli intrinseci ai cicli biogeochimici, di quelli connessi agli spostamenti di materia ed energia associati alle attività umane; il campo di analisi di tali relazioni diventa inevitabilmente quello degli ecomosaici reali, frutto non solo dei processi naturali, ma anche delle decisioni in sede di governo del territorio. La prospettiva diventa quella di reti ecologiche polivalenti in cui l’e. incontra il territorio, cioè sistemi in grado sia di supportare livelli adeguati di biodiversità, sia di fornire servizi ecosistemici al territorio antropico.
Concetto che ha acquisito un ruolo sempre più importante nel dibattito e nelle decisioni in tema di sviluppo sostenibile, esprime la variabilità degli organismi viventi di qualsiasi fonte, considerata a livello di specie, o a livello genetico (rendendo conto per es. delle varietà tradizionali di una medesima specie coltivate a scopo alimentare), o a livello di interi ecosistemi.