ecoprofugo
(eco-profugo), s. m. Chi è costretto ad abbandonare la propria terra a causa di disastri ambientali.
• Questi sono, all’ingrosso, i numeri della «pressione dell’Africa» richiamata da [Alberto] Ronchey, che è la pressione a noi più vicina e quindi più minacciosa. Una pressione che si ascrive alla categoria degli «eco-profughi», e correlativamente degli «eco-rifugiati». Che fare? Come accoglierli? Finora si è parlato di diritto di asilo. (Giovanni Sartori, Corriere della sera, 15 giugno 2009, p. 1, Prima pagina) • La tragedia di Lampedusa è la tragedia degli ecoprofughi dalla fame e dalle guerre così come i cambiamenti climatici, conseguenza di un modello di sviluppo distruttivo di risorse naturali e inquinante, impoveriscono le economie reali e aumentano il debito degli stati per gli interventi emergenziali. (Paolo Cento, Unità, 27 ottobre 2013, p. 16, Forum) • Cambiamenti climatici, conflitti e migrazioni forzate: il fenomeno degli ecoprofughi verrà affrontato da varie realtà che si occupano di ambiente e di migrazioni, nel tentativo di avviare un percorso di sensibilizzazione e di azione. Interverranno: Mariagrazia Midulla, (A[ngela] Cal[vini], Avvenire, 22 aprile 2017, p. 21, Agorà spettacoli).
- Composto dal confisso eco- aggiunto al s. m. profugo.
- Già attestato nell’Unità del 30 giugno 1989, p. 18, Scienza e Tecnologia (Romeo Bassoli).
> eco-rifugiato, migrante ambientale, profugo ambientale, profugo climatico, rifugiato ambientale, rifugiato climatico.