economia di filiera
loc. s.le f. Modello economico che si basa sull’interazione tra le varie componenti del mondo della produzione e della distribuzione.
• Strano ma vero: dal punto di vista ambientale il biologico può anche essere meno sostenibile dell’agricoltura convenzionale. Nel 2005 due studiosi inglesi, Tim Lang dell’Università di Londra e Jules Pretty dell’Università dell’Essex, hanno calcolato l’incidenza delle food miles sul cibo e hanno dimostrato come i costi nascosti che non sono mai calcolati in un’economia di filiera possano arrivare a ribaltare il concetto che l’agricoltura biologica sia più sostenibile per l’ambiente di quella che usa pesticidi e fertilizzanti. Il concetto di food miles, le miglia del cibo, è stato inventato proprio da Tim Lang, nei primi anni novanta, per mettere in evidenza quanto il cibo percorra grandi distanze, spesso assurde, prima di giungere sulle nostre tavole. (Carlo Petrini, Repubblica, 25 settembre 2007, p. 42) • «Quella emilianoromagnola è un’economia di filiera, fatta di prodotti nel cui ciclo produttivo si inseriscono diverse aziende. E non tutti i compartecipanti a questa filiera vedono arrivare il proprio prodotto sugli scaffali. Quindi, l’idea del design colpisce una percentuale ancora limitata; ma avendo d’altro lato competenze tecniche/tecnologiche elevatissime, in realtà per molte aziende introdurre il design sarebbe sostanziale. Il problema è capire dove ci si può inserire» (Carlo Branzaglia intervistato da S. D. O., Repubblica, 14 luglio 2008, Affari & Finanza, p. 37) • L’economia di filiera sembra così essere l’italian way per reggere alla crisi perché garantisce specializzazione continua assieme a flessibilità organizzativa. (Dario Di Vico, Corriere della sera, 22 aprile 2012, p. 8, Primo Piano).
- Composto dal s. f. economia, dalla prep. di e dal s. f. filiera.
- Già attestato nella Stampa del 27 giugno 1998, p. 37, Asti (Enrica Cerrato).