• Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X

ECLAMPSIA

di Emilio Alfieri - Enciclopedia Italiana (1932)
  • Condividi

ECLAMPSIA (dal gr. ἔκλαμψις "lampeggiamento")

Emilio Alfieri

Malattia caratterizzata da spasmi muscolari, specialmente clonici, con perdita più o meno completa della coscienza, per cui l'accesso eclampsico rassomiglia del tutto a un accesso epilettico, tanto più che in entrambi esistono tutte le gradazioni intermedie, dall'accesso leggiero al più grave. Esistono due forme di eclampsia con patogenesi del tutto diversa: a) l'eclampsia dei bambini (eclampsia infantum), che insorge indipendentemente da qualsiasi lesione o segno renale, è espressione di una diatesi spasmofilica (v. convulsione; spasmofilia): b) l'eclampsia delle gravide (eclampsia gravidarum) è la forma convulsivante dell'intossicazione gravidica; colpisce le gravide, partorienti e puerpere, si manifesta sotto forma d'accessi convulsivi tonico-clonici, con perdita della coscienza, seguiti da coma.

Sebbene gli accessi convulsivi si presentino non raramente in modo così improvviso, folgorante, da giustificare la denominazione a loro data per primo dal Boissier de Sauvage (1795), pure un'accurata indagine clinica permette quasi sempre d'accertare l'esistenza d'un periodo prodromico di varia durata, da poche ore a qualche giorno, caratterizzato dai sintomi di un grave stato tossico, quali albuminuria di vario grado, aumento della pressione arteriosa, cefalea, annebbiamento visivo, ecc. L'accesso s'inizia con un periodo brevissimo e sfuggevole di contrazioni fibrillari dei muscoli mimici, detto periodo d'invasione o periodo facciale; segue il periodo delle contrazioni toniche con irrigidimento di tutti i muscoli, specie di quelli del tronco, degli arti superiori, della faccia e del collo, per cui la testa s'estende forzatamente e ruota da un lato, le mascelle si sbarrano, e gli occhi ruotano in alto e di lato quasi sempre in senso opposto alla rotazione della testa (deviazione coniugata), il respiro si sospende per lo spasmo del diaframma e il viso si fa fortemente cianotico. Dal periodo tonico, con durata varia, da pochi secondi a circa un minuto primo, si passa al periodo clonico, in cui tutto il corpo sussulta per il rapido succedersi di contrazioni e rilasciamenti brevi e alternantisi, per cui le palpebre s'alzano e s'abbassano, le mascelle s'aprono e si chiudono rapidamente, con pericolo di morsicatura della lingua, e conseguente comparsa di schiuma sanguinolenta alla bocca; la respirazione si fa interrotta e incompleta e il viso, non più paonazzo com'era nel periodo tonico, assume un aspetto piuttosto livido. Il periodo delle contrazioni cloniche, sebbene anch'esso molto variabile per durata, a seconda dei casi, è abitualmente più lungo del periodo tonico, e cessa col cessare dell'accesso, segnato da un lungo sospiro, al quale poi segue la respirazione lenta, prof0nda, e abitualmente stertorosa, del coma. Durante il coma, come durante l'accesso, la coscienza è completamente perduta, e non raramente la temperatura si fa febbrile, con notevole frequenza anche del polso, oltre che con ipertensione accentuata. La durata del coma varia soprattutto a seconda dell'intensità dello stato d'intossicazione generale e il risveglio avviene gradatamente con la ricomparsa per prima della sensibilità e della motilità riflessa, poi attraverso a uno stato di subcoscienza o di coscienza imperfetta. Talvolta può seguire anche una vera psicosi tossica a prognosi generalmente favorevole. Il numero degli accessi varia notevolmente da caso a caso, talora passando dall'uno all'altro, attraverso il coma, senza mai ripresa della coscienza.

Circa la patogenesi dell'eclampsia, la sua origine tossica legata allo stato gravidico è oggi ammessa da tutti gli autori, sul fondamento oltre che di dati clinici e anatomo-patologici, anche d'acquisizioni sperimentali, quali l'aumento del potere tossico del siero sanguigno, del tessuto placentare e del liquido amniotico e la perduta proprietà del siero di donna eclamptica di neutralizzare, come in condizioni normali, la tossicità degli estratti placentari. Si discute invece ancora sulle sorgenti dei tossici in questione: se cioè essi derivino dal rallentato ricambio gravidico, dalle aumentate fermentazioni intestinali e dall'insufficienza funzionale degli emuntorî (rene, fegato, polmoni, sistema endocrino, ecc.) della madre, o non piuttosto dalla penetrazione nel sangue suo dei prodotti del ricambio fetale e di elementi e sostanze d'origine ovulare, estranee all'organismo materno. L'espressione clinica abituale di tale stato d'intossicazione è l'albuminuria, che precede e accompagna di regola lo scoppio degli accessi eclamptici. Si dànno però casi, anche non molto rari, di eclampsia senza albuminuria e sono stati pure riferiti casi di eclampsia essenziale, senza prodromi, senza sintomi d'intossicazione e senza le alterazioni viscerali caratteristiche, e interpretati come dovuti a uno stato particolare di "eccitamento labile dei centri corticali vegetativi" (Labilität-Eklampsie).

Anche gli accessi convulsivi, abitualmente tipici, si possono talvoua presentare in modo incompleto e atipico (eclampsia frusta), o rimanere larvati (eclampsia larvata), per l'irregolare o impedita reazione della sostanza corticale, p. es. per una contemporanea emorragia cerebrale, o per un'interruzione qualsiasi delle vie di conduzione. Se infatti la base patogenetica fondamentale dell'eclampsia è l'intossicazione gravidica, e se il suo quadro anatomo-patologico è quello di una trombo-epato-nefrosi, l'attacco convulsivo è però l'effetto d'una perturbazione funzionale della zona cerebrale corticomotrice, sulla cui natura è ancora aperta la discussione, attribuendola alcuni autori con L. Traube all'edema cerebrale conseguente all'idroemia gravidica, e determinante un'anemia secondaria della massa nervosa endocranica, e altri autori invece, col Rosenstein, a uno spasmo arterioso corticale, dovuto all'ipertonia, d'origine sia tossica, sia riflessa o endocrina, tipica della gravidanza. Mentre l'albuminuria, espressione d'una nefropatia gravidica, con grado e intensità varie s'osserva in circa il 20% delle gravide, specie negli ultimi mesi della gravidanza e più spesso nelle primipare, l'eclampsia nelle cliniche ostetriche italiane presenta una frequenza di circa l'1,5-2%, per lo più fra le primipare. Essa è malattia grave, che dà ancora una mortalità materna oscillante fra il 5 e il 15% (in media 10%) e una mortalità fetale fra il 35 e l'80% (in media 55%).

La sua cura deve essere a un tempo sintomatica, diretta cioè a combattere gli accessi convulsivi (isolamento, morfina, cloralio, veratro verde, solfato di magnesio, ecc.), e causale, diretta a togliere lo stato d'intossicazione (salasso, purganti, ecc.); e, poiché di regola gli accessi si sospendono e l'intossicazione va cessando, quando si provvede a far cessare lo stato gravido con lo svuotamento dell'utero, così cardine fondamentale d'ogni terapia è l'espletamento del parto, contemporaneamente giovandosi degli altri soccorsi medici, per dar tempo a che questo possa ottenersi nel modo meno violento e meno traumatizzante possibile. Ma è soprattutto importante sapere che l'eclampsia può essere quasi sempre prevenuta, quando con precoci e metodici esami delle urine nel corso della gravidanza si sappiano rilevare a tempo i primi segni dell'intossicazione gravidica (albuminuria) e si provveda a modificare il regime di vita e di alimentazione della donna gestante (dieta prevalentemente lattea, riduzione dell'alimentazione albuminoidea, regolazione delle funzioni intestinali, ecc.), fino a ricorrere, nei casi più gravi e ribelli, all'interruzione prematura della gravidanza.

Per l'uremia eclampsica dei nefropatici, v. uremia.

Vedi anche
puerperio Periodo che segue l’espulsione della placenta fino al ritorno alla normalità dei genitali. La sua durata non è costante, oscillando secondo i soggetti e secondo la normalità o meno della pregressa gravidanza e del parto; la media è di circa 6 settimane. Tipico fenomeno del p. è l’amenorrea. L’utero, ... ipertensione Eccessiva pressione esistente in determinate cavità o spazi organici contenenti liquidi (i. arteriosa, i. endocranica) o gas (i. del cavo pleurico, in caso di pneumotorace). Con riferimento al contenuto di tali cavità si parla di i. sanguigna (arteriosa, venosa o capillare), i. del liquor cefalorachidiano ... convulsione Insieme di violente contrazioni a carico di gruppi muscolari. Le c. sono il risultato di una contrazione involontaria dei muscoli controllati volontariamente in condizioni fisiologiche; si dicono toniche per contrazioni muscolari persistenti, cloniche quando contrazione e rilasciamento si alternano, ... pediatria Branca della medicina che studia lo sviluppo fisiologico e la cura delle malattie dei soggetti in età evolutiva. Cenni storici La moderna p. è stata preceduta da un lungo periodo storico contraddistinto da vicende del tutto analoghe a quelle che hanno caratterizzato l’evolversi della puericultura con ...
Tag
  • EMORRAGIA CEREBRALE
  • ACCESSI CONVULSIVI
  • LIQUIDO AMNIOTICO
  • EDEMA CEREBRALE
  • SIERO SANGUIGNO
Altri risultati per ECLAMPSIA
  • eclampsia
    Dizionario di Medicina (2010)
    Sindrome a patogenesi molto complessa associata a un’encefalopatia ipertensiva acuta; nella forma più completa è caratterizzata da manifestazioni convulsive simili a quelle dell’epilessia e da disturbi focali, come amaurosi, afasia ed emiplegia. Le cause dell’e. sono la gravidanza, le glomerulonefriti ...
  • eclampsia
    Enciclopedia on line
    Sindrome associata a un’encefalopatia ipertensiva acuta; nella forma più completa è caratterizzata da manifestazioni convulsive simili a quelle dell’epilessia e da disturbi focali, come amaurosi, afasia ed emiplegia, a decorso acuto. Può esser legata allo stato gravidico ( e. gravidica), oppure essere ...
Vocabolario
eclampsìa
eclampsia eclampsìa (o eclamsìa) s. f. [der. del gr. ἔκλαμψις «lampeggiamento», per il manifestarsi improvviso e il fulmineo decorso]. – In medicina, sindrome a decorso acuto, caratterizzata da manifestazioni convulsive simili a quelle...
eclàmptico
eclamptico eclàmptico agg. [der. di eclampsia] (pl. m. -ci). – Che presenta eclampsia: sindrome, convulsione eclamptica.
  • Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X
  • Ricerca
    • Enciclopedia
    • Vocabolario
    • Sinonimi
    • Biografico
    • Indice Alfabetico

Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani S.p.A. © Tutti i diritti riservati

Partita Iva 00892411000

  • facebook
  • twitter
  • youtube
  • instagram
  • Contatti
  • Redazione
  • Termini e Condizioni generali
  • Condizioni di utilizzo dei Servizi
  • Informazioni sui Cookie
  • Trattamento dei dati personali