ECCLESIOLOGIA (dal gr. ἐκκλησία "chiesa", λόγος "dottrina")
È la dottrina circa l'esistenza, la costituzione, le note o caratteristiche individuanti della Chiesa (v.). Questa dottrina apparisce ridotta in sistema e in trattato a parte relativamente tardi, nel sec. XV; raggiunge il suo sviluppo maggiore nella controversia contro i protestanti; ha nuove accessioni nella lotta antigallicana e poi antigiuseppinista; è formulata e definita, in varî punti, dal Concilio Vaticano, ed è tornata di attualità, nella teologia cattolica, per i problemi dell'Unione delle Chiese e per fronteggiare i nuovi attacchi del protestantesimo liberale, della critica razionalistica e del modernismo. Ma ancor prima del sec. XV compaiono trattazioni e teorie ecclesiologiche, le quali, pur non raggiungendo una sistemazione precisa, non possono essere trascurate.
Sin dalle origini cristiane, insieme con un fatto indiscusso - una società che vive e si propaga - cominciano le teorie ecclesiologiche. Le prime epistole di S. Paolo contengono già passi piuttosto diffusi che attestano non solo questa società "nuova", ma anche una dottrina intorno a essa; nelle epistole dopo la prigionia, i passi, meno diffusi, sono "concreti; e da essi appare come non solo la società cristiana che si diceva "Chiesa" andava conservata, ma anche la dottrina relativa. La Didaché, la I Pietro, le lettere pastorali di Paolo, le lettere di Giovanni, l'Apocalisse, i padri apostolici contengono elementi preziosi, non solo di storia, ma di dottrina riguardo alla Chiesa. Col sorgere delle eresie che provocavano di necessità scismi e creazioni di comunità dissidenti; col prosperare di culti misteriosofici e di cenacoli gnostici; con lo svilupparsi dei rapporti tra una chiesa locale e l'altra, naturalmente vennero in esame e in discussione nuovi punti squisitamente ecclesiologici. Per avere un'idea di codesti ulteriori sviluppi, occorre interrogare Ireneo, Clemente d'Alessandria, Origene, Tertulliano e Cipriano; e seguire via via l'apologetica contro i giudei e pagani, la polemica antignostica e antieretica, i dissidî circa la Pasqua e la disciplina penitenziale.
L'eresia che più da vicino chiamò in causa le dottrine ecclesiologiche fu in Africa il donatismo (v.). Nato da un episodio di disciplina penitenziale, sostenuto (come altri moti congeneri in secoli posteriori) da una segreta avversione di razza contro Roma, costituì per molti anni, in Occidente, la controchiesa più chiassosa e pugnace. Nella polemica antidonatista, che era per tre quarti ecclesiologica, ebbe campo di svilupparsi e precisarsi l'ecclesiologia di S. Agostino (v.), che farà testo nella tradizione medievale e nelle scuole teologiche, sino al risorgere della contesa, con Hus e Wycliffe. Intanto, le grandi eresie cristologiche in Oriente, di cui si può segnare la data culminante nei tre primi concilî ecumenici (v. concilio) creavano delle chiese dissidenti; nascevano, in conseguenza, teorie per giustificare la scissione, le quali provocavano repliche e reazioni, o per lo meno costituivano una realtà di cui, in sede teologica, bisognava rendersi conto.
Astraendo dai rapporti tra la Chiesa e l'Impero bizantino del tempo di Giustiniano e dei suoi successori, occorre tener presente che una controversia nuova e gravissima, che poi si trascinerà per secoli sino a oggi, sorse con Fozio (v.: 820-897) e si consumò con Michele Cerulario (v.) nello scisma greco (1054). Venne, anche per questo lato, ad aversi un'ecclesiologia particolare, che poi passerà, con le opportune modificazioni, in tutte le odierne chiese dissidenti orientali, particolarmente la russa.
La lotta delle investiture e i riflessi del feudalesimo nell'organizzazione ecclesiastica importarono nuove indecisioni, inquietudini, ribellioni e lotte nel seno della Chiesa; e, per ciò che è dottrina, si venne a una precisazione dei poteri della Chiesa, specie di fronte allo Stato. La controversia si protrasse dal sec. XI a tutto il sec. XIV, da Cregorio VII, per Innocenzo III, a Bonifacio VIII. Il De Monarchia dantesco è uno dei molti documenti e libri nell'immensa controversia. Più notevole Marsilio di Padova col suo Defensor Pacis (1324)
In occasione dello scisma di Occidente (1378-1417), nacquero e si svilupparono le teorie conciliari, e furono sostenute da uomini quali Pietro d'Ailly (1350-1420), Giovanni Gersone (1363-1429) e dallo pseudo concilio di Basilea.
Wycliffe (1324-1387) e Giovanni Hus (1370-1415) iniziarono un attacco più radicale contro l'ecclesiologia cattolica, distruggendo ogni concetto di società terrena con l'affermazione che la vera Chiesa consiste di predestinati e i predestinati li conosce Iddio solo. Tommaso Netter (1430), e specie il card. Torrecremata (1468) con la sua Summa de ecclesia, ribatterono codeste teorie.
Lutero confuse la Chiesa con la comunione dei credenti e negò in essa ogni gerarchia e autorità; Calvino, pur ammettendo una certa autorità, respinse nella massima parte l'ecclesiologia cattolica. La discussione sull'ecclesiologia raggiunse proporzioni vastissime, e vertendo in modo speciale circa l'autorità ecclesiastica e il papa, contribuì allo sviluppo delle dottrine relative. Basti qui accennare che:1. dalla controversia nata sotto Leone X sino al concilio Vaticano sotto Pio IX, nessun dogma e nessuna parte della teologia ebbe importanza maggiore anche nella storia civile dell'Europa; 2. molto spesso, se non sempre, l'opposizione a Roma restava ancorata su ragioni politiche e nazionali; 3. che i momenti più vivi della discussione furono: a) alle origini del protestantesimo; b) alla dichiarazione della Chiesa anglicana (1582); c) nel sec. XVIII, contro il Regno delle Due Sicilie e l'Austria, nella contesa giurisdizionalista; d) in seno al Concilio Vaticano, tra partigiani e oppositori dell'infallibilità pontificia, o, per dir meglio, dell'opportunità della sua definizione dogmatica; oltre agli strascischi del Vecchio Cattolicismo, intorno al Döllinger.
Sulla fine del secolo scorso e al principio del presente, sorse - in terreno prima filologico e storico, poi teologico ed ecclesiastico - la discussione circa le origini, l'essenza, l'identità della Chiesa nei secoli; e la discussione dalle cattedre tedesche passò in Francia, in modo particolare nel volume di A. Loisy, L'évangile et l'Église (Parigi 1902) e fu assunta in pieno dal modernismo.
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