Marzabotto, eccidio di
Denominazione che indica, dal maggiore dei comuni colpiti, un insieme di stragi compiute dalle truppe naziste nel comune di M. e nelle colline di Monte Sole, in prov. di Bologna, tra il 29 sett. e il 5 ott. 1944. Nella zona operava la formazione partigiana Stella rossa, molto attiva e con un ampio sostegno nella popolazione locale. Furono sterminati almeno 770 civili di ogni età e sesso. La strage si inserisce nel contesto degli eccidi nazisti dell’estate e dell’autunno del 1944 tra Toscana ed Emilia. Il feldmaresciallo A. Kesselring intendeva infliggere un duro colpo alle formazioni partigiane e alle popolazioni civili che le appoggiavano. A capo delle operazioni fu nominato il maggiore W. Reder, comandante di un battaglione di ricognitori della 16ª divisione Panzergrenadier Reichsführer-SS, i cui reparti avevano già operato a Sant’Anna di Stazzema in agosto. La mattina del 29 sett. quattro reparti comprendenti sia militari delle SS sia della Wehrmacht cominciarono una vasta operazione di rastrellamento tra le valli dei fiumi Setta e Reno. Dalle frazioni di Panico, Vado, Quercia, Grizzana, Pioppe di Salvaro e dalla periferia di M., le truppe mossero verso le abitazioni, le chiese e le scuole. Non venne risparmiato nessuno. Nella frazione di Casaglia di Monte Sole, il parroco e alcuni fedeli vennero uccisi in chiesa. Il resto delle persone fu condotto nel cimitero e trucidato con la mitragliatrice; tra loro vi erano cinquanta bambini. Processato e condannato all’ergastolo dopo la guerra, Reder fu liberato nel 1951 per intercessione del governo austriaco. Nel 2007 il tribunale militare di La Spezia ha condannato all’ergastolo in contumacia dieci imputati per i fatti di Monte Sole.