Vedi DURAZZO dell'anno: 1960 - 1994
DURAZZO (Δυῤῤάχιον, Dyrrachium)
Città posta nella antica Illiria non lontana dal confine con l'Epiro, oggi in territorio della Repubblica d'Albania. Fu fondata nel 627 a. C. dai Corinziocorciresi. Pare che il nome primitivo sia stato quello di Epìdamnos, cambiato poi dai Romani in Dyrrachium. Questo però esisteva anche in età greca perché sulle monete si legge a preferenza "Dyr". Per salvaguardarsi dagli Illiri nel 229 a. C. si pose sotto la protezione di Roma. Cicerone la definiva admirabilis. Resti monumentali non esistono ma, da alcuni saggi di scavo effettuativi, risulta che lo strato greco si trova a 5 m di profondità dal piano attuale, e per l'età romana rinvenimenti fortuiti hanno messo in luce i seguenti dati topografici: pavimento a mosaico del III sec. a. C., rappresentante una testa femminile circondata da racemi e fiori: appartiene forse a una casa d'abitazione sita a poca distanza. Resti di case sovrapposte in varî strati, di cui il più basso, d'età greca, è a 5 m di profondità, all'inizio della strada per Tirana. Tombe tardo-romane e sarcofago con la caccia calidonia scoperti nel terreno di Mattia Sereqi. Sulla collina di Stanii si trovarono colonne monolitiche, un capitello corinzio e lastre pavimentali di marmo, appartenenti forse al tempio di Minerva, o al Capitolium della città. Sulla quota 59 che domina la baia si trovò un pavimento marmoreo d'età imperiale. La necropoli è stata accertata nella piana a E delle colline che sovrastano la città, per il rinvenimento di frammenti ceramici e per quello della stele della liberta Lepidia Salvia.
Le iscrizioni menzionano i seguenti monumenti: l'acquedotto costruito da Adriano e restaurato da Alessandro Severo (C. I. L., iii, 1, 709); la statua equestre di L. Titunio Sulpiciano (C. I. L., iii, 1, 605); il tempio di Diana (C. I. L., iii, 1, 602): forse quello menzionato da Appiano (Bellum civile, ii, 60); la biblioteca (C. I. L., iii, 1, 607), per la cui dedica furono fatte combattere 12 coppie di gladiatori nell'anfiteatro, ricordato nella Vita di Skanderbeg, di Marino Barlezio.
Fonti classiche. Notizie mitologiche: Appian., Bel. civ., ii, 39. Notizie topografiche: Strabo, v, 283; vi, 316, 323, 327; Ptol., iii, 12; Steph. Biz., s. v.; Cass. Dio, xli, 49; Paus., vi, 10, 8; Skylax, 26; Skymn., p. 435; Etymologicum Magnum; Ier., Synecd., 653; Prok., De aed., i, p. 1, 11; Const. Porph., Περὶ ϑεμάτων, ii, p. 26; Anna Comn., Alex., iii, 12; Pomp. Mela, ii, 56; Plin., Nat. hist., iii, 101, 145; iv, 36, 42, 46; vi, 217; xiv, 30; xix, 144; xxxii, 18. Notizie storiche: Tuc., 1, 24-26; Diodor., xix, 70, 78; Arist., Pol., ii, 4; III, ii; iv, 33; v, 1, 3; Polyb., ii, 9 ss.; Cass. Dio, xli, 39; Plut., Quaest. Gr., 29; Aelian., Var. hist., xiii, 16; Polyaen., iv, 11; Appian., Illyr., ii, 7, 13; id., Bell. Civ., 11, 40 ss.; Plaut., Menaechmi, 258 ss.; Catull., 34, 11; Cic., Ad fam., xiv, 1; Caes., De bello civili, iii, 42, 76; Lucan., Pharsalia, vi, 29, 63; Liv., xxix, 12; xlii, 48; xliv, 30; Tac., Hist., ii, 33.
Bibl.: Philippson, in Pauly-Wissowa, V, 1905, cc. 1882 ss., s. v. Dyrrhachion; Heuzey-Daumet, Mission de Macédoine, p. 351 ss.; M. Barletius, Vita Scanderbegi, fol. 226, T. III; C. Praschniker-A. Schober, Archäologische Forschungen in Albanien und Montenegro, p. 40; C. Patsch, Das Sandschak Berat in Albanien, Vienna 1904; C. Praschniker, Muzakhia und Malakastra, in Oesterr. Jahreshefte (Beiblatt), 1921, c. 2033 ss.; A. Schober, ibidem (Beiblatt), 1921, c. 203 ss.; L. Rey, in Albania, I, 1925, p. 26 ss.; P. C. Sestieri, in Epigraphica, 1942, fasc. 3, p. 127 ss.; id., in Bollettino del Museo dell'Impero, XIII, 1942, p. 3 ss.; id., in Studi e Testi, serie archeologica, I, 1943, agosto (iscriz. e stele).