durare
Il verbo compare frequentemente nell'opera di D., quasi sempre con costrutto intransitivo. Con il valore di " continuare a essere, a sussistere " è detto della fama che ancor nel mondo dura, / e durerà quanto 'l mondo lontana (If II 59 e 60), e del nome che più dura e più onora (Pg XXI 85), cioè il nome di poeta, destinato a permanere nei secoli più a lungo di qualunque altro; motivo che ricorre in Orazio (Carm.III XXX), in Lucano (IX 980-981), ma soprattutto in Ovidio (Met. XV 875-876): " Parte tamen meliore mei super alta perennis / astra ferar nomenque erit indelebile nostrum ". È detto di un lustro che durando [persistendo alquanto nel tempo, diversamente che un baleno], più e più splendeva (Pg XXIX 20) e al contrario di un sùbito foco che per li seren tranquilli e puri / discorre e dura poco (Pd XV 18); in espressione figurata, di foco d'amore (Pg VIII 77).
In espressioni temporali, con la connotazione di " protrarsi ", è detto della vita che dura per alquanti anni (Vn XLII 2); e del tempo, in Rime XCI 79, Cv IV XXIV 2 la prima [età]... dura in fino al venticinquesimo anno; Pg XX 101 tanto è risposto a tutte nostre prece / quanto 'l dì dura. È riferito anche a una sensazione che si protrae a lungo nel tempo, in If I 20 Allor fu la paura un poco queta, / f che nel lago del cor m'era durata / la notte ch'i' passai con tanta pieta; così al piacer (Rime dubbie XXIX 14). Ugualmente è detto della battaglia che poco dura (Fiore CCXII 5) o molto (CCXIV 1); in espressione figurata, in Rime C 58 ora è fatto rivo, e sarà mentre / che durerà del verno il grande assalto.
Nel senso di " perseverare ", ricorre in Pd IV 19 Se 'l buon voler dura, " si voluntas perseverat in bono proposito " (Benvenuto).
Il valore quasi affine di " conservarsi " è in Rime LXXXIII 92 da questo terzo [il terzetto di Virtù, Sollazzo e Amore] retta / è vera leggiadria e in esser dura; If XXV 11 Ahi Pistoia, Pistoia, ché non stanzi / d'incenerarti sì che più non duri... ?; Pg XI 92 Oh vana gloria de l'umane posse! / com' poco verde in su la cima dura, " sta in sua vigorosità " (Buti).
Per " mantenersi, rimanere vivo " è detto dell'uso moderno di parlare, cioè del volgare italiano, in Pg XXVI 113; genericamente, in Pd XV 11 Bene è che sanza termine si doglia / chi, per amor di cosa che non duri / etternalmente, quello amor si spoglia, e XVI 81. Il senso di " vivere " torna in Cv II VIII 6 [l'anima, poi che] è partita, perpetualmente dura in natura più che umana.
Il verbo assume il senso di " resistere " ed è unito a un avverbio di tempo, in If III 8 Dinanzi a me non fuor cose create / se non etterne, e io etterno duro; XXIV 6 poco dura a la sua penna tempra (detto metaforicamente della brina che traccia sulla terra un disegno labile, che resisterà poco; cfr. Lucan. IV 53 " non duraturae conspecto sole pruinae "); Pg XVIII 30 'l foco movesi in altura / per la sua forma ch'è nata a salire / là dove più in sua matera [" nel suo elemento "] dura; Pd VII 126 Io veggio l'acqua, io veggio il foco, / l'aere e la terra e tutte lor misture / venire a corruzione, e durar poco. Ugualmente, seguito dall'infinito, in Rime XCI 2 io non posso durare / lungamente a soffrire. Con gradazione maggiore di tale valore, nel senso di " persistere ", in Vn XX 5 12 e tanto dura [il disio de la cosa piacente] talora in costui, / che fa svegliar lo spirito d'Amore; Cv IV Le dolci rime 32 è tanto durata / la così falsa oppinion tra nui (ripreso in VII 2).
Con costrutto transitivo, e con il valore di " sopportare ", " sostenere ", esemplato dal latino, d. compare soltanto in un luogo della Commedia (Pg XVI 77 il libero voler... se fatica / ne le prime battaglie col ciel dura, / poi vince tutto, se ben si notrica), e due volte nel Fiore: LXII 7 In gastigarla [l'amica del v. 2] non durar fatica, e CXLVIII 13 Molta pen'e travaglio vi durai. L'infinito è sostantivato, con il valore di " durata ", in Vn XXIII 3 io ritornai pensando a la mia debilitata vita; e veggendo come leggiero era lo suo durare, ancora che sana fosse, si cominciai a piangere fra me stesso di tanta miseria (il contesto ora citato è ripreso in versi in XXIII 21 30), e in Cv IV XXIII 7 l'umido radicale [è] meno e più, e di migliore qualitade [e men buona], e più ha durare [in uno] che in uno altro effetto.