Abati, Durante degli
Giudice fiorentino che il 10 maggio 1289 fu sindaco del Sesto di Porta S. Piero. I rapporti fra i figli di Alighiero II e D. dovevano essere piuttosto stretti, infatti il 23 dicembre 1297 i fratelli Dante e Francesco degli Alighieri presero a prestito da Iacopo del fu Litto dei Corbizzi, che agiva a metà con Pannocchia Riccomanni, 480 fiorini d'oro. Garanti rimasero il suocero di Dante, Manetto dei Donati, il giudice D. degli A., Noddo Peruzzi, Alamanno Adimari e Spigliato del fu Spigliato da Filicaia. Più tardi, il 2 marzo 1301, fu D. degli A. ad aver bisogno di danaro e ottenne un mutuo di 50 fiorini da Cerbino di Tencino, rimanendo garanti della sua solvibilità i due fratelli Alighieri, che così gli restituirono il favore.
Della malleveria del suocero del poeta si ha ricordo nel testamento di Maria, moglie di Manetto, dettato il 17 febbraio 1315. Costei vi fece un legato alla figlia Gemma, moglie di Dante, di 300 fiorini piccoli, da valere solo nel caso che Dante e i suoi eventuali eredi mantenessero indenni gli eredi di monna Maria da quella e da altre simili malleverie prestate da Manetto, tutte sommariamente accennate nel documento.
Aggiungendo inoltre a questi legami finanziari il fatto che molto vicine erano le case delle due famiglie nel Popolo di S. Martino del Vescovo, si è immaginato che Monna Bella, moglie di Alighiero II e madre di Dante, fosse figlia del giudice degli Abati di cui Dante, nel proprio, avrebbe rifatto il nome. L'ipotesi soddisfa poco, perché non pare ragionevole che il guelfo Alighiero II, quando progettò di prendere moglie, andasse a porre l'occhio su una donna di famiglia fieramente ghibellina.
Abbiamo notizia anche di un altro D. degli A., figlio di Ranieri Rustichi, il quale insieme con altri esponenti " de domo filiorum Abbatis Florentiae ", Si lamentava verso il gennaio 1270 con Carlo I d'Angiò delle molestie nelle persone e negli averi che arrecavano loro gli avversari politici " spetialiter super domibus quas habent in civitate, Florentiae, et districtu ".
Questo D. col fratello Lapo fu un esponente del partito ghibellino fiorentino a cavallo dei secoli XIII e XIV. I due D. ricordati non si possono identificare col " d. Danti de Abatis de Florentia " che nel 1286-88 era scolaro in Bologna.
Bibl. - V. Imbriani, Studi danteschi, Firenze 1891, 20, 21; Consulte della Repubblica fiorentina, a c. di A. Gherardi, I, ibid. 1896, 400; S. Terlizzi, Documenti delle Relazioni tra Carlo I d'Angiò e la Toscana, ibid. 1950, nn. 36 e 90; Piattoli, Codice 58, 78, 113, 154.