DURAN
. Famiglia ebraica originaria probabilmente della Provenza. I suoi membri più notevoli sono: Yiṣḥāq ben mōsheh, detto pure Profeit o Profet (letture inesatte Profiat, Peripot) soprannominato Ēfōdi, o Efodeo (sec. XIV-XV), nativo di Cordova. Passato apparentemente al cristianesimo nell'Aragona in seguito alle persecuzioni del 1391, si recò poi in Palestina, dove ritornò all'ebraismo. Sue opere principali:1) un'epistola, scritta intorno al 1396, che si suole designare con le sue parole iniziali Al tĕhī ka'ăbōtekā (talvolta citata inesattamente come Alteca boteca): apparentemente essa vorrebbe confermare un amico nella fede cristiana da lui abbracciata, ma in realtà cerca di ricondurlo al giudaismo; 2) Ma‛ăsēh Efōd, grammatica ebraica, composta nel 1403; 3) un'operetta di argomento astronomico; 4) un commento alla Guida degli smarriti di Maimonide; 5) alcuni commenti a libri biblici. Contemporaneo è Ṣemaḥ detto anche Astruc (Struchus Durandi), che si trasferì dalla Provenza a Palma, e quindi, dopo la persecuzione del 1391, ad Algeri, dove fu rabbino e predicatore, e morì nel 1404. Suo figlio fu Shimi‛ōn, nato, pare, nell'isola di Maiorca nel 1361, morto nel 1444. Fu dotto in scienza talmudica, filosofia, astronomia, matematica. Nel 1394 successe a Yiṣḥāq ben Sheshet nel rabbinato in Algeri. Scrisse su argomenti di rito e di filosofia, commentò il Pentateuco, trattati della Mishnah e del Talmūd, e poesie liturgiche, e compose di tali poesie; è sua una serie di responsi rituali (detta Tashbēṣ, iniziali di Tĕshūbōt Shim‛ōn ben Ṣemaḥ).
Edizioni principali dell'epistola Al tĕhī ka'ăbōtekā: Costantinopoli 1554; del Ma‛ăsēh Ēfōd: Vienna 1865; del Tashbēṣ: Cremona 1556 (con molte aggiunte, Amsterdam 1738-39).
Bibl.: G. B. De Rossi, Dizion. degli autori ebrei, I, p. 100 segg.; II, pp. 89-91; Jewish Enc., s. v. Duran.