DUODENO (XIII, p. 281)
In questi ultimi anni, mentre l'ulcera gastrica costituisce sempre un'indicazione alla resezione gastro-duodenale - indicazione che è legata fondamentalmente alla documentata tendenza alla anaplasia maligna ed alla grande difficoltà di un riconoscimento preoperatorio di tale anaplasia - l'ulcera duodenale sembra più facilmente dominabile da cure mediche o, almeno, da una chirurgia non demolitiva. Il concetto che attualmente informa il suo trattamento è basato sul principio che per ottenere la guarigione sia condizione essenziale e sufficiente un permanente abbassamento dell'acidità gastrica. Per raggiungere questo non è necessario ricorrere alla resezione. Sono state riprese in esame le ricerche sperimentali di I. P. Pavlov, E. Stahnke, J. B. Hartzell, ecc. e l'esperienza clinica di molti chirurghi tra cui vanno ricordati Pieri e Schiassi, e si è giunti alla conclusione che il modo migliore per ottenere tale abbassamento è rappresentato dalla resezione dei vaghi: nel 1943 L. R. Dragstedt e F. M. Owens pubblicarono i primi risultati di questo intervento nella cura chirurgica dell'ulcera duodenale. Il metodo, per quanto non ancora controllato per un periodo di tempo sufficientemente lungo, offre innegabili vantaggi sulla resezione gastro-duodenale.
Mentre le neoplasie maligne si devono considerare del tutto eccezionali nella prima porzione del duodeno, questa rarità non si mantiene così assoluta nel suo tratto discendente: qui, in corrispondenza della papilla, ove sboccano insieme nell'ampolla di Vater il coledoco ed il dotto pancreatico, è relativamente frequente l'insorgenza di cancri (1,1% del totale). Nonostante che i tumori ampullo-papillari siano raramente dotati di un'alta malignità, essi hanno sempre costituito uno dei più gravi problemi chirurgici per l'età generalmente inoltrata dei pazienti, la sede profonda retroperitoneale della lesione in intimo rapporto con i grossi vasi, e per il severo interessamento epatico secondario alla precoce occlusione coledocica. L'aver portato nel dominio della chirurgia questi tumori, considerati fino a pochi anni fa inoperabili, è merito di A.O. Whipple e dei suoi collaboratori; ma tali risultati sono fondamentalmente legati ai notevoli progressi realizzati nella preparazione preoperatoria di pazienti così defedati. Certamente meno importanti dal punto di vista clinico e meno ben conosciuti sono i diverticoli duodenali; ma la loro frequenza, sia nei reperti autoptici che radiologici, ha finito per richiamare su di essi l'attenzione. Asintomatici nella gran maggioranza dei casi, i diverticoli duodenali possono esser responsabili di sindromi polimorfe spesso simulanti l'ulcera gastro-duodenale o la colecistite. Il loro trattamento è naturalmente chirurgico.