DUNA (voce d'origine celtica; fr. dune; sp. duna; ted. Düne; ingl. dune)
Nelle regioni povere di vegetazione, il vento muove, trascinandola e in parte sollevandola, la sabbia, che può poi depositare o quando la sua forza di trasporto diminuisce, o per diminuzione di velocità o per l'incontro di un ostacolo qualsiasi. La sabbia che si accumula aumenta l'ostacolo frapposto al cammino del vento: da ciò un rapido aumento delle dimensioni dell'accumulo, il quale prende l'aspetto di una collinetta, detta duna. Le dune si formano dove alla scarsezza di vegetazione si uniscono notevole frequenza e forza dei venti e la presenza di sabbia sciolta, condizioni che si verificano essenzialmente nei deserti (v. deserto) e lungo i litorali; si hanno però dune anche lungo grandi fiumi (a esempio nella Russia meridionale), che possano fornire la sabbia durante i periodi di magra, in cui le acque occupano soltanto una parte del letto.
Le dune, che possono superare l'altezza di 100 m. (ma generalmente sono assai più basse), sono di lunghezza variabilissima, e hanno come caratteristica comune la dolce inclinazione dal lato sopravento, mentre quello sottovento è molto ripido, oltre 30°; ciò perché dal lato sopravento la sabbia viene accumulata, trovandovi il vento resistenza, mentre quella parte che giunge alla cresta della duna, precipita bruscamente, aiutata anche dai moti vorticosi del vento che qui spesso si formano. Il tipo più semplice di duna è la barcana, dei deserti, di forma semilunare; ma generalmente le dune si presentano come lunghi cordoni di collinette, talora disposte quasi nella direzione dei venti dominanti, più spesso invece trasversalmente. Lungo i litorali i cordoni di dune (tomboli e tumoleti delle coste italiane) si allungano di solito in senso parallelo alla costa. Poiché il vento può anche asportare le sabbie già deposte dal lato sopravento per portarle sull'opposto, così le dune possono spostarsi e progredire nella direzione dei venti dominanti: alcuni villaggi, lungo le coste europee, sono rimasti sepolti sotto le dune. Queste però si fissano, quando la vegetazione riesca a impadronirsi delle loro sabbie, e l'uomo stesso coopera a tale intento con piantagioni di pini e altre piante, mentre talora, distruggendo il rivestimento vegetale, ha causato la messa in moto di dune già fissate. La progressione annua può essere di alcuni metri, nei deserti anche di 15-20. Si conoscono pure dune formatesi in periodi geologici passati, che vengono anche indicate con il nome di dune fossili.
Bibl.: N. A. Sokolow, Di Dünen, Berlino 1894; J. Walther, Das Gesetz der Wüstenbildung, 4ª ed., Lipsia 1924.