TORRES, Duilio
Nacque a Venezia il 14 agosto 1882 da Marco, capomastro titolare di un’impresa di costruzioni e di uno stabilimento per la fabbricazione di calce e cementi, e da Rosa Folin.
Ottenuto nel 1903 il diploma di professore di disegno architettonico presso l’Accademia di Venezia, l’anno successivo iniziò la carriera professionale con il fratello maggiore Giuseppe, anch’egli architetto. Numerose sono le opere firmate insieme, tra cui anche un brevetto di casa circolare antisismica (1909), assemblabile come cellula ad altre, e ideata per la ricostruzione di Messina e Reggio Calabria distrutte dal terremoto l'anno precedente. Come capogruppo, nel 1911 progettò su invito del Comune di Venezia il piano regolatore e l’edificazione dell'isola di Sant’Elena a Venezia, mentre nel 1912 vinse il concorso per la città giardino alle Quattro Fontane al Lido di Venezia. Nel 1914 i fratelli Torres con Brenno Del Giudice risultarono vincitori ex aequo del concorso internazionale CIGA (Compagnia Italiana Grandi Alberghi) per il progetto di cento ville da erigersi al Lido di Venezia. Nello stesso anno Duilio si arruolò militare. Fino a quel momento ebbe lo studio professionale con il fratello.
Rientrato dalla Grande guerra nel 1918, riprese autonomamente l’attività interrotta, partecipando nei primissimi anni Venti a diversi concorsi, tra i quali quello per il Monumento al fante da erigersi sul colle di San Michele al Carso, quello promosso dal Touring Club Italiano Ercole Marelli per la ricostruzione delle case coloniche nelle zone devastate dalla guerra, e quello a inviti per la sistemazione del piazzale Bucintoro al Lido di Venezia. Risultato vincitore in quest’ultimo, realizzò anche il nuovo stabilimento bagni. Eseguì, inoltre, diversi ripristini e restauri di case veneziane danneggiate dal conflitto bellico. Nel dopoguerra abbandonò gli stilemi modernisti mitteleuropei, adottati nei progetti realizzati con il fratello, e si orientò verso linguaggi assai differenti tra loro, dal barocchetto al razionalismo, al classicismo romano reinterpretato. Nel 1923 costruì il Solarium, l’Istituto elioterapico al Lido di Venezia, selezionato da Roberto Papini per essere esposto alla mostra del Weissenhof di Stoccarda del 1927, in quanto considerato tra le prime opere razionaliste italiane; mentre tra il 1923 e il 1924 realizzò l’eclettico e pittoresco casone di caccia a Valle Zappa nella laguna veneta, commissionato da Mario Malvezzi. Dal 1924, sempre a Venezia, fu membro dei consigli direttivi del Regio Istituto universitario di architettura e del Regio Istituto d’arte. Nel 1925 realizzò l’Hotel American a S. Vio a Venezia, restaurando un’antica residenza (si occupò della trasformazione e sistemazione di altri edifici storici, sia nella città lagunare, che in terraferma, con il ripristino di ville a Bassano del Grappa).
Nel 1925 il progetto per le Terme littorie, presentato al concorso bandito dalla Rivista del Popolo d’Italia, fu apprezzato perché, meglio di altri, interpretava lo stile fascista. Nella relazione della commissione che lo premiò si leggeva: «il suo più felice risultato raggiunto sta nella fusione, in talune parti pienamente riuscita, fra le moderne strutture lineari del cemento armato e le tradizionali forme plastiche della colonna e dell’arco» (Il progetto di Duilio Torres, 1927, p. 51). La vittoria gli diede ampia notorietà. Nel 1927 fu eletto nel direttorio nazionale del Sindacato architetti e progettò la nuova casa del fascio di Venezia. Nel 1928 si occupò dell’elaborazione del piano regolatore di Padova e due anni dopo, in qualità di capogruppo, della stesura del piano regolatore di Venezia.
Con il motto 'Venezia', nel 1932, il suo progetto di ponte sul Canal Grande nei pressi dell’Accademia – che doveva sostituire quello ottocentesco in ferro – risultò vincitore del primo premio. Concepito «con la più furba e accomodante adulazione del romantico paesaggetto tradizionale» (Pagano, 1933, p. 26), il ponte, ideato con la collaborazione dell’ingegnere Ottorino Bisazza e dello scultore Antonio Marini, non venne mai realizzato. Nello stesso anno progettò e costruì la nuova facciata del padiglione Italia per la XVIII Biennale internazionale d’arte di Venezia.
La stagione dei grandi concorsi di architettura lo vide tra i partecipanti in diverse occasioni: palazzo delle Poste a Napoli (1928), cattedrale della Spezia (1930), facciata della basilica di S. Petronio a Bologna (1933-34), palazzo comunale di Pesaro (1934), palazzo del Littorio a Roma (1934), stazione di Venezia (1935), ponti sul Tevere a S. Paolo (1936) e alla Magliana in Roma (1936), monumento alla Vittoria a Milano (1937), piazza Imperiale (1938) e palazzo dell’Acqua e della Luce all’Esposizione universale di Roma (1938). Austero e magniloquente, il progetto del palazzo del Littorio sulla via dell’Impero a Roma fu apprezzato per lo stile e per la conformazione delle masse al quartiere retrostante e al contesto della zona archeologica in cui si sarebbe inserito, tanto che fu prescelto per il secondo grado. Tuttavia, se la partecipazione ai concorsi per il palazzo del Littorio e per altri lavori si conclusero con un nulla di fatto, quella al concorso per il piano regolatore di Padova lo vide vincitore in collaborazione con gli allievi Guido Spellanzon, Carlo Keller e Vittorio Della Porta. Come urbanista elaborò inoltre i piani regolatori di Abano (1933), di Belluno (1935), del quartiere S. Nicolò a Treviso (1935-38, con Luigi Piccinato e Luigi Candiani), di Vicenza (1938) e di Bologna (1939). Con la collaborazione dell’ingegnere Arturo Danusso, nel 1936 progettò l’aviorimessa e l’edificio per l’officina motori dell’aeroporto di Milano Linate. Negli anni Quaranta realizzò diversi lavori per la Società Adriatica di elettricità (SADE), tra cui, nel 1941, una centrale elettrica ad Agordo, e costruì il palazzo dell’INA a Bologna (1942), nonché il palazzo degli uffici della Breda a Porto Marghera (1943).
All’attività di architetto e di urbanista affiancò quella di scenografo: si ricordano le scene realizzate per il Mercante di Venezia con la regia di Max Reinhardt, rappresentazione tenutasi a Venezia in campo S. Trovaso dal 27 luglio al 4 agosto 1935.
Come il fratello maggiore, svolse una intensa attività di insegnamento: il 2 luglio 1934 conseguì la libera docenza in architettura generale, confermata il 21 febbraio 1940. Dal 1935 al 1939 fu docente di caratteri degli edifici all’Istituto universitario di architettura di Venezia, mentre il 13 maggio 1937 ebbe il riconoscimento alla maturità e idoneità all’insegnamento per la cattedra di composizione architettonica, e l’8 marzo 1938 ottenne la libera docenza in urbanistica.
Nel secondo dopoguerra, continuò da un lato l’attività professionale e politico-sindacale, dall’altro l’insegnamento accademico, che svolse per il resto della sua vita presso l’Istituto universitario di architettura di Venezia (dal 2001 Università Iuav). Più volte membro della Commissione edilizia del Comune di Venezia, già nel 1922 venne eletto primo presidente dell’Associazione degli architetti delle Tre Venezie; la sua attività a favore della categoria professionale fu svolta durante il ventennio fascista anche in qualità di segretario regionale del Sindacato architetti, e nel secondo dopoguerra come presidente dell’Ordine degli architetti di Venezia.
Morì a Venezia nel luglio 1972 (Archivio dell’Ordine degli architetti di Venezia, Albo Padre; Romanelli, 1972, p. 48), e non nel 1969 come riportano talune fonti a stampa.
Oltre ai progetti citati si ricordano: interni e arredi per il Credito Italiano a Milano (1919); casa gotica al Malcanton a Venezia (1921); casa 'dei Franchi' a S. Vio a Venezia (1923); Pensione Dienesen a Venezia (1923-25); villa Bossi-Gabardi a Busto Arsizio (1925 c.); piano e progettazione edilizia della zona di Frezzeria a Venezia (1926); albergo diurno in campo S. Bartolomeo a Venezia (1927); interni della direzione della Società del gas a Venezia (1927); Tempio della Vittoria a Vittorio Veneto (1928); Grande magazzino Menato con albergo Regina a Padova (1928); edificio per la Italia-Pilsen in piazza Insurrezione a Padova (1930); cappella Vitale al cimitero di Venezia (1932); cinema Principe in via Emanuele Filiberto a Padova (1933); casa a torre a Padova (1933-34); progetto per la colonia Montecatini a Marina di Ravenna (1936); sistemazione della riva dell’Impero (oggi 7 Martiri) con il ponte della Regia Marina a Venezia (1936-38); ponti sul rio dell’Arsenale (1937) e sul rio di S. Giuseppe a Venezia (1937); piano del villaggio popolare-rurale di Treviso (1937); sistemazione della zona del mercato a Bolzano (1937); Casa della madre e del fanciullo a Treviso (1938); impianto idroelettrico per la Società Montecatini a Pontegardena, Bolzano (1938, con l’ingegnere Vincenzo Ferniani); piano per piazza S. Babila a Milano (1938, con Giuseppe De Min); piano per piazza S. Ambrogio a Milano (1939, con De Min e Paolo Clausetti); palazzo del Governo a Rovigo (1940); palazzo per la FIAT in piazzale Roma a Venezia (1943); piano di ricostruzione e di coordinamento dell’abitato di Mestre e di Marghera (1946-47, con Pietro Fontanin); lottizzazione a Torcello, Venezia (1952); progetto di sistemazione delle vie di acqua e di terra della zona di influenza del piazzale Roma a Venezia (1954-56).
L’archivio di Duilio Torres è andato disperso in seguito a un’alluvione. Si conservano solo alcuni disegni presso il fondo Giuseppe Torres conservato all’Archivio Progetti dell’Università Iuav di Venezia (Giuseppe Torres, 2001). I disegni firmati con Luigi Piccinato e Luigi Candiani sono conservati presso l’Archivio Luigi Piccinato - Dipartimento di pianificazione territoriale e urbanistica dell’Università di Roma La Sapienza.
Riassunto del progetto presentato al Municipio di Venezia il giorno 4 aprile 1911, per la costruzione di un quartiere cittadino nell’isola di S. Elena, Vittorio 1911, con G. Torres, F. Finzi, G. Alessandri; Relazione sulla proposta di completamento della Loggia del Capitanato a Vicenza presentata ai segretari dei sindacati nazionali Arti del disegno e architetti, Venezia 1929, con N. Martinuzzi; Piano regolatore di Padova. Progetto vincitore del concorso nazionale bandito dal Comune di Padova il 22 settembre 1932, Venezia 1932; La nuova architettura e Venezia, in Ateneo Veneto. Atti e memorie. Rivista mensile di scienze, lettere e arti, 1933, pp. 161-181; Concorso nazionale per il disegno della facciata della chiesa di S. Petronio in Bologna. Relazione, s.l. [1933], con G. Spellanzon, G. Iscra; Concorso nazionale per il progetto del Palazzo del Littorio e della Mostra della rivoluzione fascista da costruirsi in Via dell’Impero in Roma, s.l. 1934; Concorso nazionale per il piano regolatore di Belluno. Motto Belluno 1960, s.l. [1934], con G. Palatini, G. Zadra; Concetti fondamentali di ampliamento e di costruzione di città, in Ateneo Veneto. Atti e memorie. Rivista mensile di scienze, lettere e arti, 1935, pp. 273-276; Esame critico dei risultati del concorso per un progetto di piano regolatore bandito dal Comune di Venezia per la zona di Mestre e di quella fra il suddetto centro, Marghera ed il fiume Osellin, in Urbanistica, IV (1935), 5, pp. 302-328; Commemorazione dell’architetto Raimondo D’Aronco: lettura tenuta nell’adunanza del 6 aprile 1935, Udine 1936; Concezione delle formazioni urbanistiche coloniali, in Ateneo Veneto. Atti e memorie. Rivista mensile di scienze, lettere e arti, 1936, pp. 71-73; Progetto esecutivo per il piano regolatore del quartiere di San Nicolò in Treviso, in Urbanistica, V (1936), 4, pp. 170-181, con L. Piccinato, L. Candiani; Problemi artistici generali del piano regolatore di Padova. Conferenza tenuta in Padova presso la Società di Belle arti nell’ottobre del 1933, Venezia 1937; Un’aviorimessa gigante, in Ateneo Veneto. Atti e memorie. Rivista mensile di scienze, lettere e arti, 1937, p. 242; Vantaggi economici del piano regolatore. Comunicazione al I Congresso Nazionale di Urbanistica. Roma, 5-7 aprile 1937, Roma 1937; Il problema artistico della costruzione della Riva dell’Impero, in Ateneo Veneto. Atti e memorie. Rivista mensile di scienze, lettere e arti, 1938, pp. 190 s. (già pubblicato in Rassegna di architettura, XI (1937), 12, pp. 443-454); Aviorimessa nel nuovo aeroporto di Linate. Progetto ed esecuzione grandi strutture metalliche della Società Anonima Breda, in Architettura, XVII (1938), 8, pp. 481-488; La legge per Venezia del 21 agosto 1937, n. 1901, in Urbanistica, VII (1938), 1, pp. 19-22; Piano regolatore di Vicenza. Motto Pallade, Vicenza 1938, con G. Chemello; Il piano di sistemazione edilizia di Venezia e i suoi pericoli, in Palladio, XXXVII (1939), 4, pp. 175-178; Il problema urbanistico di Venezia quindici anni fa, in Urbanistica, VIII (1939), 6, pp. 329-342; Progetto di sistemazione urbanistica ed edilizia della zona di S. Ambrogio in Milano, per la creazione del “Teatro dei Seimila”, di un eventuale Centro Leonardesco, e di un importante nucleo di moderne abitazioni, prevalentemente sull’area dell’attuale caserma, il tutto nell’ambito del piano regolatore, Venezia 1939, con P. Clausetti, G. De Min; Relazione allo studio di massima della sistemazione della zona compresa fra Piazzale Roma, S. Nicolò dei Mendicoli, Rio Nuovo, Rio Briati, S. Sebastiano, in Venezia insulare, conforme richiesta del Comune in data 15 ottobre XVII, Venezia 1939; Il problema urbanistico di Venezia: organizzazione gerarchica delle comunicazioni, in Urbanistica, IX (1940), 1, pp. 29-36; Il problema urbanistico di Venezia: le aree costruibili in Venezia e dintorni, ibid., 2, pp. 73-85; Valori economici nei piani regolatori, in Ateneo Veneto. Atti e memorie. Rivista mensile di scienze, lettere e arti, 1940, pp. 202-205; L’urbanistica, l’urbanista e il pubblico, ibid., 1940, pp. 205-217; Il problema urbanistico di Venezia: la sistemazione più urgente della viabilità interna e quelle delle più importanti zone dell’antica città, in Urbanistica, XI (1940), 6, pp. 263-277; Del limite creativo nella produzione artigiana, in Ateneo Veneto. Atti e memorie. Rivista mensile di scienze, lettere e arti, 1941, pp. 418-421; Contributo agli studi sul piano regolatore di ritocco e di ampliamento della Città di Venezia. Maggio 1941, Venezia 1942; La “specializzazione” in architettura, in Ateneo Veneto. Atti e memorie. Rivista mensile di scienze, lettere e arti, 1942, pp. 168-171; Della vecchia minore architettura mediterranea nella zona di Venezia e per quella nuova, ibid., 1943, pp. 228-233; Precisazioni sul “diradamento” in tema di urbanistica, ibid., 1944, pp. 68-71; Per Venezia: comunicazioni, risanamento e... metropolitana, ibid., 1952, pp. 157-160; Il campanile di S. Marco nuovamente in pericolo? Squarcio di storia vissuta di Venezia degli ultimi cinquant’anni, Venezia 1953; Il contingente trapasso di Venezia antica nella storia e nell’arte, Venezia 1955; Il piano di ricostruzione della zona sud-orientale di Udine, in Ateneo Veneto. Atti e memorie. Rivista mensile di scienze, lettere e arti, 1955, pp. 165-172; Secessione, liberty e architetti italiani dell’epoca, Milano 1956; Museografia e mostrefilia, Roma 1957; Edilizia nuova nei centri storico-monumentali, s.l. 1961; Giulio Ulisse Arata, Roma 1963, con F. Carena; La casa della madre e del fanciullo in Treviso, Treviso s.d., con L. Piccinato, L. Candiani.
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