DUE PALME
. Località della Cirenaica (detta anche Suani Abd el-Gani), situata a SE. di Bengasi, da cui prese il nome il combattimento avvenuto nei pressi fra i Turco-Arabi e gl'Italiani il 12 marzo 1912. Il combattimento delle Due Palme è il fatto d'arme più importante fra quelli che ebbero luogo per la difesa della piazza di Bengasi dopo l'occupazione italiana: cadde infatti definitivamente, dopo questo combattimento, da parte araba la speranza della riconquista della città e la fiducia nel potere dei Turchi, che tale speranza avevano fino allora alimentata.
Il combattimento delle Due Palme. - Nei giorni seguenti l'occupazione italiana di Bengasi, nuclei avanzati arabo-turchi si erano annidati nelle oasi attigue alla città, ma furono gradatamente allontanati e la sistemazione difensiva della città poté essere tranquillamente ultimata alla fine del novembre 1911. Il grosso dei Turco-Arabi si era frattanto raccolto a Benina, a una ventina di chilometri a est di Bengasi, donde il comando turco si proponeva di sferrare un attacco contro la città. Un primo tentativo venne attuato il 25 dicembre; ma le colonne d'attacco furono tenute a distanza dalle artiglierie e nella notte dovettero ripiegare.
Il 12 marzo il nemico tentò un nuovo attacco generale della città: durante la notte e nelle prime ore del mattino parecchie centinaia di armati si erano raccolti nell'oasi detta delle Due Palme. Dopo le 6, altre grosse colonne (giudicate di circa 5000 armati) comparvero da sud-est e poco dopo aprirono il fuoco d'artiglieria contro la ridotta di El-Fuehàt; ma l'intervento dell'artiglieria italiana costrinse gli assalitori a tenersi a distanza; verso le 8,30 essi iniziarono la ritirata. Verso le ore 10 il comandante della piazza, tenente generale Briccola, ordinò al maggior generale Ameglio di occupare l'oasi delle Due Palme tuttora fortemente occupata dal nemico. Il generale Ameglio, dopo congrua preparazione dell'artiglieria, mosse (ore 11,45) verso le Due Palme con manovra avvolgente da nord e da sud. L'azione controffensiva condusse all'accerchiamento dell'oasi e al quasi completo annientamento dei nemici che vi si trovavano. Alle ore 14,15 il combattimento era finito e alle 17 le truppe italiane rientravano nella piazza. Il nemico abbandonò nell'oasi e nelle adiacenze circa 750 morti; da parte italiana si ebbero 5 ufficiali e 12 uomini di truppa morti e 12 ufficiali e 132 uomini di truppa feriti. Quello del 12 marzo fu l'ultimo serio tentativo dei Turco-Arabi per riconquistare la città di Bengasi.
Bibl.: Stato Maggiore R. Esercito - Ufficio storico, Campagna di Libia, IV, Roma 1925; A. Gaibi, Manuale di storia politico-militare delle colonie italiane, Roma 1928.