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LORENA, duchi di

di Antonio PANELLA - * - Enciclopedia Italiana (1934)
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LORENA, duchi di

Antonio PANELLA
*

Le origini di questa importantissima famiglia furono fatti risalire, da compiacenti genealogisti, sino ai re Merovingi e Carolingi: tradizione sfruttata nel periodo delle guerre di religione in Francia, quando i duchi di Guisa, rappresentanti del ramo cadetto della famiglia, lottavano contro la monarchia dei Valois. In realtà la dinastia dei duchi di Lorena si ricollega alla famiglia dei conti di Alsazia, che nel 1048 furono investiti dall'imperatore Enrico III nella persona di Gerardo, del ducato dell'Alta Lorena. E da Gerardo il potere fu tramandato ereditariamente nella famiglia (v. lorena), fino al 1431, quando alla morte del duca, Carlo II, il ducato passò nominalmente alla figlia Isabella, in realtà a Renato d'Angiò, suo sposo. Finito il periodo angioino (1473), salì al potere il ramo cadetto della famiglia di Lorena, che da allora si mantenne fino al secolo XVIII.

Altri rami della famiglia s'illustravano intanto fuori della Lorena: su tutti, famoso il ramo dei duchi di Guisa (v.). Ma la dinastia doveva salire al massimo splendore nel secolo XVIII, quando Francesco III di Lorena, figlio del duca Leopoldo, sposando Maria Teresa d'Austria, alleava la casa di Lorena con la casa di Asburgo, saliva al trono imperiale e, ad un tempo, diveniva granduca di Toscana, trapiantando così, anche in Italia, la sua dinastia.

Infatti il trattato di Vienna del 1735 (divenuto definitivo nel 1738) assegnava il granducato di Toscana, dove l'ultimo sovrano mediceo si andava spegnendo senza discendenza, a Francesco di Lorena in compenso del dominio avito, dato con quello stesso trattato al re di Polonia, Stanislao Leszczyński. Due anni dopo, morto Gian Gastone de' Medici, la casa di Lorena si trovò investita del granducato. Ma il matrimonio, che, poco innanzi, Francesco aveva contratto con Maria Teresa, figlia di Carlo VI, tenne vincolate le sorti del granducato all'impero durante quasi tutto il sec. XVIII per le vicende della successione imperiale.

Il nuovo sovrano prendeva possesso ufficialmente dello stato nel gennaio 1739, ma dopo tre mesi appena se ne tornava a Vienna, dove già si preannunziava la guerra di successione austriaca, nella quale egli era cointeressato come marito dell'unica figlia dell'imperatore. Nel 1745, Francesco fu assunto al trono imperiale e perciò non rivide più il suo dominio italiano, che fu governato in suo nome da una reggenza presieduta prima dal principe M. di Craon, poi dal conte E. de Richecourt, infine dal marchese A. Botta Adorno.

Alla morte di Francesco (1765), parve che il granducato potesse sperare il riacquisto di una completa autonomia sotto il ramo cadetto dei Lorena. Era stato convenuto tre anni prima, in occasione degli sponsali di Leopoldo, secondogenito di Ferdinando con l'infanta Maria Luisa, figlia di Carlo III re di Spagna, che quegli sarebbe stato, alla morte del padre, assoluto signore e sovrano indipendente della Toscana per sé e suoi discendenti. E infatti, mentre il primogenito conseguiva la corona imperiale, Leopoldo, diventato granduca, prendeva possesso dello stato toscano, al quale per venticinque anni prodigò tutte le sue cure, trasformandone radicalmente la struttura politica, migliorando le condizioni di vita dei sudditi, imprimendo dappertutto un moto di rinnovamento, che lasciò tracce profonde.

La fine prematura di Giuseppe II, spentosi senza discendenza il 20 febbraio 1790, riuniva nella stessa persona le due corone, essendo Leopoldo chiamato a succedere al fratello sul trono imperiale. Di nuovo una reggenza per il governo della Toscana; ma lo stesso Leopoldo, nell'atto di mettersi in viaggio per Vienna, assicurò che, in adempimento degli obblighi assunti dal padre, egli avrebbe ceduto il granducato al suo secondogenito Ferdinando: ciò che fece effettivamente il 21 luglio 1790.

Con Ferdinando III, che assunse tale designazione perché terzo granduca di Toscana con quel nome, la dinastia granducale dei Lorena restò nettamente separata da quella dei Lorena d'Austria; ma i vincoli del sangue non furono mai del tutto dimenticati e influirono più o meno notevolmente sulla politica dei due sovrani che tennero il trono fino all'estinzione del granducato.

Vedi anche
Valois ‹valu̯à›. - Famiglia nobile che prese il nome da una contea della Francia medievale. Derivata dai Capetingi, occupò il trono di Francia dal 1328 al 1589. La famiglia che trasse origine da Carlo, terzogenito di Filippo III re di Francia, investito appunto (1285) della contea di Valois (v. Carlo di Valois), ... beata Ida di Boulogne Ida di Boulogne ‹... bulòn'› (o di Lorena), beata. - Figlia (n. Bouillon 1040 circa - m. 1113) di Goffredo II, duca della Bassa Lotaringia, sposa (1057 circa) del conte Eustachio di Boulogne, madre di Eustachio (III), di Goffredo di Buglione e di Baldovino I, re di Gerusalemme. Rimasta vedova (1070 circa) ... duca della Bassa Lorena Goffrédo conte di Buglione Goffrédo conte di Buglione (fr. Godefroy de Bouillon), duca della Bassa Lorena. - Figlio (Baisy, Brabante, 1060 circa - Gerusalemme 1100) di Eustachio II conte di Boulogne e di Ida di Lorena, fu adottato dallo zio Goffredo II di Lorena, e ne ereditò la marca di Anversa, con le contee di Verdun, Moray, ... Hainaut (fiamm. Henegouwen) Provincia del Belgio meridionale. Comprende la parte sud-occidentale dello Stato, solcata dalla Schelda, dai suoi affluenti Haine (che le dà il nome) e Dendre, e dalla Sambre (Mosa). Fioerenti l’agricoltura (cereali, ortaggi, frutta, tabacco, barbabietole da zucchero) e l’allevamento ...
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    Enciclopedia on line
    Famiglia che si ricollega a quella dei duchi d'Alsazia, e precisamente a Gerardo, che ebbe nel 1048 dall'imperatore Enrico III l'investitura del ducato dell'Alta Lorena. Nel 1431 l'imperatore Sigismondo concesse l'investitura del ducato di L. alla figlia dell'ultimo discendente della casa alsaziana ...
Vocabolario
òcchio di civétta
occhio di civetta òcchio di civétta locuz. usata come s. m. – Altro nome della pianta primavera (Primula vulgaris).
pan di sèrpe
pan di serpe pan di sèrpe locuz. usata come s. m. – Nome comune delle erbe note in botanica come gigaro.
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