ALBANY, duchi di
I duchi di A. erano membri della casa reale scozzese. Primo ad assumere il titolo ducale fu Roberto SteWart, conte di Fife e di Menteith, secondo figlio di re Roberto II. Nel 1389, avuto riguardo all'età di suo padre ed all'infermità del fratello Giovanni, egli fu nominato governatore di Scozia. Morto Roberto II, nel 1390, Giovanni gli successe col nome di Roberto III; ma il conte di Fife mantenne la sua carica fino al gennaio 1399, quando il figlio del re, duca di Rothesay, fu creato reggente per tre anni. Questo cambiamento suscitò deplorazioni parlamentari, a causa della cattiva amministrazione che il paese ebbe a soffrire; ma ad ogni modo il conte di Fife, ora creato duca di Albany, divenne principale consigliere di Rothesay. Il ritratto tradizionale che si fa di Roberto A., come di un egoista spietato, è probabilmente inesatto. Egli certo non si mosse, quando Enrico IV d'Inghilterra assediò Rothesay in Edimburgo nel 1402; ma poiché l'assedio dovette essere levato per mancanza di provvigioni, la sua inazione fu giustificata. Poco dopo, Rothesay arrestato da Roberto di A. col consenso del re, morì misteriosamente; ma un Parlamento successivo discolpò Roberto di A., cosicché le accuse, mosse contro di lui, per questo episodio non sono provate. Nel 1402, Murdoc, figlio di lui, cadde prigioniero degli Inglesi; e nel 1406, l'altro figlio del re, Giacomo, fu catturato in mare e tenuto prigioniero fino al 1424. La morte di Roberto III, avvenuta immediatamente dopo, rese Roberto di A., in qualità di reggente, re in tutto fuorché nel nome. Egli fece liberare Murdoc nel 1415; ma non Giacomo. E questa è l'altra accusa che gli vien mossa; per quanto sia difficile vedere come egli avrebbe potuto persuadere Enrico a lasciar andare un ostaggio che serviva così bene per tenere a posto la Scozia. Albany morì, all'età di 80 anni, nel 1420, dopo anni di governo assai agitati, che videro anche il primo lollardo salire il rogo e sorgere, nel 1410, l'università di Sanit Andrews. I cronisti del tempo lo lodarono come un forte e operoso reggitore. Gli successe, come reggente, Murdoc; ma questi era debole e incompetente, e la Scozia si rallegrò dopo che fu tornato Giacomo I, il quale si tolse subito d'attorno i consanguinei troppo potenti. Nel maggio 1425, Murdoc e due figli furono presi e giustiziati; il terzo figlio scappò in Irlanda e non ritornò più. La casa di Albany fu sradicata.
Alessandro, terzo conte (nato, pare, nel 1454), fu il secondo figlio di Giacomo II. Creato duca d'Albany prima del 1458, a venticinque anni era il più splendido signore della Scozia, e un inevitabile dissidio sorse tra lui ed il suo colto fratello, Giacomo III. Fu imprigionato a Edimburgo, ma riparò in Francia nel settembre 1479, dove sposò Anna, figlia del conte d'Auvergne. Nel maggio 1482, ritornò in Inghilterra ed acconsentì a rendere omaggio a Edoardo IV, per essere aiutato a conquistare il trono scozzese. Alessandro ed il duca di Gloucester marciarono verso la Scozia; ma improvvisamente Alessandro si rappacificò col fratello. Nel gennaio 1483 egli rinnovò il trattato con Edoardo; ma la morte di quest'ultimo tagliò corto ai tradimenti di Alessandro, il quale, dopo che aveva ottenuto il perdono del fratello, dietro cessione dei suoi possessi, fu condannato in base a sospetti. Riuscitagli vana una scorreria, fuggì in Francia, dove morì, torneando, nel 1485. Coraggioso e brillante fino all'ultimo, egli fu di mediocre levatura intellettuale e di carattere instabile.
Suo figlio Giovanni (nato nel 1481), educato in Francia, vi sposò nel 1505 Anna de la Tour, sorella di Maddalena che nel 1518 sposò Lorenzo de' Medici, nipote di Leone X. Giovanni fu grande ammiraglio di Francia; e di malavoglia si recò in Iscozia nel 1515, per accettare la reggenza offertagli alla morte di Giacomo IV. La regina madre, Margherita Tudor, fu costretta ad affidargli Giacomo V, e si rifugiò in Inghilterra. Così cominciò la lotta tra Francia e Inghilterra, in Scozia. Giovanni voleva ridar vita alla tradizionale alleanza franco-scozzese; e Wolsey, valendosi della cupidigia e ambizione della nobiltà scozzese, incitava a fidare di nuovo sull'Inghilterra. Giovanni ritornò in Francia nel giugno 1517. Aveva ristabilito l'ordine, mediante un'azione ferma; ma aveva lasciato incompiuta l'opera. E presto trionfarono in Iscozia le fazioni; Margherita ritornò ed ebbe brighe col suo secondo marito Angus. Sopraggiunse nel 1521 Giovanni dalla Francia; ma la sua riconciliazione con Margherita dette origine a scandalose vociferazioni di rapporti illeciti, fomentate da Wolsey. Una domanda di Enrico VIII, perché Giovanni fosse congedato, fu respinta. Fu messo insieme un esercito scozzese; ma Giovanni, trovandolo mal disposto a invadere l'Inghilterra, fece una tregua con Dacre, governatore dei territorî di frontiera, e salpò per la Francia, donde tornò nel 1523 con truppe francesi. Di nuovo i suoi sforzi militari fallirono, a causa della mancanza di cooperazione tra Francia e Scozia; e a lui ne venne grande discredito. Nel maggio 1524, ripartì per la Francia; nel luglio, gli fu tolta la reggenza. L'anno appresso, accompagnò Francesco I in Italia e fu incaricato di condurre una spedizione contro Napoli. Ma essa fallì, dopo la battaglia di Pavia, e Giovanni si ritirò a Roma. Ritornato poi in Francia, si mantenne in stretto contatto col papato. Nel 1530-33 fu ambasciatore presso la Curia e negoziò il matrimonio di Caterina de' Medici con Enrico di Francia. Morì nel 1536. La sua influenza su Francesco I e Leone X, il quale diceva che non avrebbe potuto negargli nulla, è testimonianza della robusta personalità e dello spirito dominatore, autoritario di quest'uomo; ma egli fallì nel suo compito principale, perché non vi mise mai grande passione.
Bibl.: P. F. Tytler, History of Scotland, Edimburgo 1828-1843, voll. 9 (ma v. J. H. Burton, History of Scotland: 1689-1748, Londra 1853, per una più giusta valutazione del primo duca); J. Pinkerton, History of Scotland, voll. 2, Londra 1797; A. Teulet, Relations politiques de la France et de l'Espagne avec l'Écosse, Parigi e Bordeaux 1862; A. Michel, Les Écossais en France, les Français en Écosse, voll. 2, Londra-Bordeaux 1862; cfr. J. S. Brewer, The reign of Henry VIII, voll. 2, Londra 1884.