DUALISMO
. Dualismo è stato denominato il sistema politico che, a partire dal 1867, regolò le relazioni fra l'Austria e l'Ungheria: esso era il fondamento della costituzione dell'ex-Monarchia austro-ungarica determinato dal compromesso (Ausgleich) fra la Corona e il parlamento di Budapest in rappresentanza della nazione ungherese. In forza di questo compromesso l'impero asburgico, che si chiamava Impero austriaco, fu diviso in due parti, la parte austriaca (Cisleithania) e la parte ungherese (Transleithania), le quali furono unite nella persona del sovrano e in alcune istituzioni comuni. La concezione nagiara del dualismo era quella di un patto bilaterale costituzionale fra il re d'Ungheria e la nazione magiara, al quale patto il monarca, nella sua qualità d'imperatore d'Austria, aveva creato un parallelo, accordando ai suoi sudditi austriaci una costituzione contenente clausole analoghe, pur non essendo identiche. Lo statuto ungherese stabiliva infatti l'introduzione di un regime costituzionale completo "negli altri territorî e provincie di S.M., non potendo l'Ungheria consentire a trattare che con la rappresentanza costituzionale di questi territorî per ciò che riguardava gli affari comuni". Il compromesso, base del dualismo, constava di due parti: la parte di diritto di stato e la parte finanziaria. La prima si riferiva alla costituzione dei ministeri comuni per gli Affari esteri, Guerra e Finanza, e la formazione della rappresentanza comune (Delegazioni), ed era immutabile; la seconda, cioè le disposizioni finanziarie, la stipulazione di accordi doganali e commerciali, si doveva rivedere ogni dieci anni.
I rovesci in Germania e in Italia nel 1866 ebbero una profonda ripercussione sui rapporti fra i popoli soggetti agli Asburgo. Francesco Giuseppe e i circoli politici di Vienna sentirono la necessità di rimettete in vigore il regime costituzionale (costituzione di fehbraio) per riordinare le finanze e introdurre le necessarie riforme. Il Belcredi, presidente dei ministri austriaco preparò a questo fine la convocazione straordinaria del Consiglio dell'Impero dei paesi tedesco-slavi.
Ma contro il suo piano si dichiararono il partito moderato magiaro, il cui capo, Deák, aveva formulato le richieste del suo paese, e i capi del partito tedesco liberale nei paesi tedesco-slavi. Molte diete chiesero che fosse rimessa in vigore la costituzione di ottobre e si venisse ad un accordo con l'Ungheria, minacciando di far fallire le elezioni dei rappresentanti delle diete al Consiglio dell'Impero; in Ungheria, dopo la ripulsa delle proposte Deák, il partito radicale, che sosteneva soltanto l'unione personale, diventava sempre più influente. Risultato inapplicabile il piano di Belcredi, Beust, ministro degli Esteri, persuadeva l'imperatore ad esaudire i voti degli Ungheresi e dei Tedeschi, cioè a riconoscere in Austria il Consiglio dell'Impero della costruzione di febbraio e in Ungheria a nominare un ministero responsabile con cui si potesse stipulare il compromesso. Il 17 febbraio 1867 Andrássy fu nominato presidente di un ministero responsabile. Con questi e con Deák furono fissate le condizioni del compromesso, le quali, dopo la sanzione imperiale furono, in una serie di rescritti, pubblicate nel febbraio 1867. Il conflitto (1903-1906) fra la Corona e il parlamento ungherese per la lingua di comando dell'esercito pose in serio pericolo il sistema dualistico; ma superata quella crisi, esso continuò ad essere la base costituzionale della monarchia sino al 16 ottobre 1918 (manifesto per la federalizzazione dell'Austria).
Bibl.: v. austria: Storia; ungheria: Storia.