DRUSO Maggiore (Nero Claudius Drusus)
Figlio di Tiberio Nerone e di Livia Drusilla, nato quando quest'ultima era già passata a seconde nozze con Ottaviano il 38 a. C. Fu prediletto dal patrigno, per quanto non ne fosse mai adottato, e ne fu veramente uno dei più abili e fedeli collaboratori. Uomo privo di iniziative proprie, egli non impersonò nessuna tendenza nella politica imperiale, al contrario dei figli suoi e di Antonia, figlia del triumviro Antonio: Germanico e Claudio. Ma nessuno come lui seppe portare a compimento alcuni dei più audaci piani di Augusto. Cominciò giovanissimo, nel 18 a. C., cinque anni prima dell'età legale, la carriera politica come questore. Nel 15 combatté insieme con il fratello Tiberio i Reti, aggiungendo una nuova provincia, la Rezia, all'impero. Nel 13 fu nominato legato della Gallia, quando urgeva il problema di trasformarla da paese di conquista - dove ogni arbitrio era lecito - in ordinata provincia. Toccò a D. d'istituire il censo e di organizzare assemblee periodiche dei rappresentanti delle tre Gallie a Lione, dove fondò l'ara Romae et Augusti, destinata a esserne il centro religioso e politico. Nel 12 cominciano le sue spedizioni in Germania (per il loro significato politico v. augusto). La loro singolarità sta nel piano di guerra, che consisteva in una conquista sistematica dal nord al sud attaccando le varie tribù non di fronte, ma di fianco. Elemento fondamentale di tale strategia fu lo scavo della fossa drusiana, che andava dal Reno all'Issel, allo Zuiderzee e quindi al Mare del Nord, permettendo appunto d' iniziare la manovra degli attacchi laterali. Nel 12 D. giunse sino alla foce dell'Ems, dove vinse i Brutteri, e poi a quella del Weser, attaccando i Cauci; ma nel ritorno la sua flotta fu gravemente danneggiata. L'anno dopo attaccò, varcando il Reno, Usipeti, Catti, Sigambri e Cherusci. Nel 10 intervenne in altra breve spedizione perché i Catti, trasportati nelle sedi dei Sigambri loro nemici, si erano rivoltati associandosi a questi. Nel 9 infine - l'anno in cui fu nominato console - riprese vigorosamente la campagna sempre più a sud contro Catti, Suebi e Marcomanni, dominando tra il Reno e l'Elba, costruendo fortezze e istituendo una flottiglia di sorveglianza sul Reno. Ma quest'opera fu troncata nello stesso anno dalla morte, che sorprese D. sulla via del ritorno.
Fonti: La fonte principale è Cassio Dione, LIV-LV. Cfr. Floro, II, 30; Livio, Perioch. 138. È ormai generalmente ammessa l'antichità di un epicedio in onore di D., comparso sotto il nome di Consolatio ad Liviam in periodo umanistico da manoscritto ignoto e attribuito a Ovidio (si veda in Baehrens, Poetae latini minores, I, 97 segg. e cfr. Schanz, Geschichte der römischen Litteratur, 3ª ed., II,1, p. 342 segg.).
Bibl.: J. Asbach, Die Feldzüge des Nero Claudius Drusus, in Rheinische Jahrbücher, LXXXV, p. 14 segg.; V. Gardthausen, Augustus und seine Zeit, Lipsia 1904, I, 111, p. 1060 segg.; II, 111, p. 672 segg., dove è abbondante bibliografia; C. Jullian, Histoire de la Gaule, IV, Parigi 1914, p. 106 segg.; A. Stein, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., III, col. 2073 segg.