drusi
Setta religiosa sorta in ambito ismailita in Egitto nell’11° sec., oggi insediata in Libano, in Siria e in Israele, formando comunità separate. Così chiamati da al-Darazi, primo propagandista della loro dottrina, i d. si definiscono invece al-muwahhidun, «i monoteisti», e non si riconoscono interamente nell’islam, considerato una rivelazione imperfetta. Centrale nel loro culto è la figura del califfo fatimide al-Hakim, visto come un’incarnazione divina, cui essi affiancano entità e nozioni tratte dall’emanatismo ismailita. Perseguitati sia dai sunniti sia dagli sciiti, i d. hanno formato comunità fortemente esoteriche, che difendono la loro fede praticando la taqiya («dissimulazione»). I d., alla cui guida si sono avvicendate nella storia diverse famiglie signorili, sono distinti al loro interno fra un gruppo religioso di entrambi i sessi, adibito ai doveri del culto (al-‛uqqal, «gli intelligenti») e un gruppo laico, spesso impegnato nella vita politica del Paese di residenza (al-juhhal, «gli ignoranti»).