drenaggio fiscale
Aumento della pressione tributaria per effetto dell’inflazione, in presenza di progressività dell’imposta (ingl. fiscal drag).
A seguito dell’aumento persistente del livello generale dei prezzi, il potere d’acquisto della moneta diminuisce. Per compensare l’incremento del costo della vita si verifica di massima un aumento dei redditi, ma a tale crescita non corrisponde alcuna espansione effettiva del potere d’acquisto; l’incremento del reddito è esclusivamente nominale, senza alcun cambiamento reale. In presenza di un sistema fiscale con imposta personale sul reddito progressiva, ovvero che cresce in modo più che proporzionale rispetto al reddito, l’aumento nominale della base imponibile (reddito) comporta l’incremento del prelievo tributario. L’appesantimento dell’onere fiscale si realizza sostanzialmente in ragione di due fattori. In primo luogo, perché a causa di un innalzamento meramente fittizio i redditi vengono inseriti in scaglioni di imposta via via più elevati, gravati da un’aliquota marginale più alta; in secondo luogo, perché i valori delle detrazioni (➔ detrazione) e/o deduzioni (➔ deduzione) applicabili all’imposta personale sul reddito sono definiti in termini nominali, con valori decrescenti all’aumentare del reddito. La crescita del reddito nominale determina la riduzione di tali valori in termini reali. In presenza di inflazione, quindi, la pressione tributaria (il rapporto imposta-reddito) cresce, impoverendo il contribuente a vantaggio delle entrate dello Stato (effetto positivo dell’inflazione sul gettito fiscale). Il fenomeno è avvertito soprattutto in presenza di meccanismi di indicizzazione automatica dei redditi per cui, per contrastare l’aumento del costo della vita dovuto all’inflazione, i redditi nominali salgono passando in scaglioni di reddito assoggettati ad aliquote marginali più alte, ma a parità di reddito reale. Il d. f. risulta ancora più accentuato se il contribuente ha familiari a carico, poiché in questo caso il valore delle detrazioni per carichi di famiglia, cui avrebbe diritto, diminuisce. Per neutralizzare tale effetto, si può, da un punto di vista tecnico, calcolare un coefficiente di inflazione con il quale deflazionare il reddito da sottoporre a imposta, oppure ricalcolare i limiti degli scaglioni o l’ammontare delle detrazioni.
Il recupero del d. f. ha un ruolo centrale nella politica dei redditi per la salvaguardia del potere d’acquisto. Il governo gestisce il recupero in ragione del fabbisogno di entrate e delle politiche di finanza pubblica adottate. In Italia, alla fine degli anni 1980, era stato stabilito, per neutralizzare gli effetti dell’ulteriore pressione tributaria non rispondenti a incrementi reali, un meccanismo di regole automatiche che stabilivano, ogniqualvolta l’inflazione avesse superato il 2%, la restituzione del d. f. mediante l’adeguamento degli scaglioni di reddito, delle aliquote relative, delle detrazioni di imposta (d. legisl. 69/1989). L’applicazione di tale norma è ancora prevista, salvo deroghe governative che ne hanno di fatto limitato l’utilizzo, preferendo all’introduzione di meccanismi automatici l’intervento estemporaneo in relazione alla situazione del momento e alla politica di finanza pubblica messa in atto.