DRÁMA (A. T., 82-83)
Dipartimento (νομός) della Tracia occidentale, che secondo il censinento del 1920 comprendeva 98.585 ab., distribuiti sopra 4503 kmq. di territorio. Questo racchiude le estreme propaggini meridionali del massiccio del Rodope (in largo senso) tra l'attuale frontiera bulgaro-ellenica e la sponda settentrionale dell'Egeo, disposte dai due lati del basso Mésta e attorno alla conca che più propriamente prende nome da Dráma. Quando si prescinda dal baluardo montuoso che segna la linea di confine, l'elemento più cospicuo del rilievo è costituito dal Vòz Dàg (1800 m.), che circonda a N. quella conca, chiusa del pari dagli altri lati, e le cui acque, dove non impantanano, trovano sfogo verso O. per l'alto corso dell'Angísta, affluente dello Struma. Morfologicamente, la zona è un frammento di Macedonia, se con questo nome s'intenda il territorio classico dei bacini tettonici chiusi e delle apofisi montuose laterali che li segmentano e vi si intercalano. La parte più elevata, lungo le rive del Mésta, è coperta di bosco; coltivato è solo il fondo del bacino, che verso S. viene, secondo le stagioni, più o meno completamente coperto di acquitrini: più in basso riso e cotone, lungo i pendii vite e tabacco. I centri abitati si scaglionano lungo i margini della conca e, fuori di questa, sulle poche vie di comunicazione che attraversano il territorio. Di queste le due principali adducono verso la costa a Cavala e verso l'interno al medio Mésta, non però lungo l'impervio alveo del fiume, ma sulla sua destra, attraverso una zona di colline, per finire oltre frontiera nella conca di Nevrokop.
L'attuale città di Dráma, corrispondente all'antica Drabesco, è sede di arcivescovado greco e contava poco più di 7000 ab. cinquant'anni fa. I Bulgari se ne impadronirono nella prima guerra balcanica (1912), ma la perdettero nella seconda (1913). Città e distretto furono poi mantenuti dai Greci. Questi, che nel 1912 formavano appena il 15% della popolazione totale del dipartimento, risultavano nel 1926 in forte maggioranza, ma la cifra ufficiale (97%) è senza dubbio in eccesso. La minoranza bulgara vi era, se pur non v'è ancora, abbastanza cospicua. Il censimento del 1928 ha vedute modificate le circoscrizioni amministrative, Cavala facendo dipartimento a sé. Nei limiti del 1920 la popolazione del νομός era salita a 111.572 ab. (si tenga conto della numerosa immigrazione dall'Anatolia). La provincia (ἐκαρχία) di Dráma contava 98.408 ab. contro 75.722 del 1920, il municipio 32.186 contro 16.755, il centro vero e proprio 29.339 contro 15.263. Questo ha molto sofferto per il recente terremoto del marzo 1931.
In antico la regione ebbe uno sviluppo economico-demografico maggiore dell'attuale, almeno relativamente. In prossimità di Kaválla, al limite meridionale della conca sorgeva Filippi; sul luogo ov'è Dráma sorgeva, come s'è detto, Drabesco (Δεαβῆσκος; nella tavola Peutingeriana Daravescus). Nella tavola Peutingeriana è sulla strada da Filippi a Eraclea Sintike, a otto stadî dallo Strimone (cfr. App., Bellum civ., IV, 105). È famosa per la disfatta subitavi nell'anno 465 a. C. da un corpo di spedizione ateniese, annientato dai Traci Edoni (v. cimove).