Scrittore, drammaturgo e saggista sloveno (n. Maribor 1948). Autore poliedrico e versatile, la sua produzione letteraria, inizialmente costituita da racconti e romanzi, si è ampliata notevolmente, affiancando alla narrativa opere teatrali e saggi. In ciascuno di questi generi la sua scrittura si distingue per uno stretto rapporto con la realtà del paese e per un approccio coraggioso a problemi sociali che, di fronte al dogmatismo e al provincialismo dominanti, vengono affrontati in una prospettiva europea. Oltre al romanzo breve Petintrideset stopinj ("Trentacinque gradi", 1974), va segnalato il polemico saggio Egiptovski lonci mesa (1994, Vasi di carne egizi), nel quale J. ha analizzato lucidamente la situazione della società postcomunista, oscillante fra il rifiuto del passato regime e la nostalgia di alcune certezze materiali e psicologiche che con esso sono crollate.
Le sue prime esperienze giornalistiche e letterarie risalgono al periodo degli studi a Maribor, terminati nel 1970. Dopo un'esperienza di lavoro al quotidiano Večer, nel 1974 fu arrestato con l'accusa di "propaganda ostile" e condannato a un anno di prigione. Alla fine degli anni Settanta divenne collaboratore della Viba Film per la quale ha scritto sceneggiature cinematografiche e televisive di successo; dal 1980 ha lavorato come redattore presso la casa editrice Slovenska Matica. Ha vinto diversi premi nazionali, primo fra tutti il premio letterario Francè Prešeren (1993), e internazionali, come il Premio europeo per la prosa breve, assegnatogli ad Arnsberg (Germania) nel 1994. È membro straordinario dell'Accademia delle scienze e delle arti slovena.
La vena satirica delle prime composizioni dà i migliori risultati nel già citato Petintrideset stopinj; il suo secondo romanzo, Galjot ("Il galeotto", 1978), in cui si narra l'odissea di Johan Ot attraverso l'Europa centrale del 17° sec., descrive il tragico scontro fra l'individuo alla ricerca della propria libertà e un mondo immerso nel caos. Tematiche simili si ritrovano nel romanzo Severni sij ("Aurora boreale", 1984) e nella raccolta di novelle Smrt pri Mariji Snežni ("Morte presso la Madonna delle Nevi", 1985). Nella sua produzione teatrale, che ha riscosso grande interesse all'estero, si sviluppa in particolare il conflitto fra l'intellettuale e il potere: Disident Arnož in njegovi ("Il dissidente Arnož e i suoi", 1982), Veliki briljantni valček ("Grande valzer brillante", 1985) e Dedalus (1988). J. ha pubblicato inoltre la raccolta di racconti Pogled angela ("Lo sguardo dell'angelo", 1992), il romanzo Posmehljivo poželenje ("Un desiderio ridicolo", 1993) e il dramma Halštat ("Hallstatt", 1994). Tra gli ultimi scritti pubblicati vanno ricordati ancora Kratko porocilo iz dolgo obleganega mesta ("Breve resoconto su una città lungamente assediata", 1996) e Zvenenje v glavi ("Interferenze cerebrali", 1998). Tra le opere più recentemente tradotte in lingua italiana si segnalano L'allievo di Joyce (2006), Il ronzio (2007), Aurora boreale (2008) e Stanotte l'ho vista (2015).